Firenze – Per il quinto anno consecutivo, via France Odeon, Cannes sbarca a Firenze. La rosa messa a punto stavolta da Francesco Martinotti, comprende 11 titoli fra i più significativi dell’edizione numero 71, appena conclusasi: sei provengono dalla Selezione ufficiale del Concorso (compresa la Palma d’oro), gli altri cinque dalla Quinzaine des Réalisateurs, la sezione più battagliera e anticonformista del festival.
Tutte in anteprima per Firenze, in versione originale sottotitolata, le proiezioni si svolgono all’Istituto francese di piazza Ognissanti dal 12 al 14 giugno e, a ruota, dal 15 al 17 al Cinema La Compagnia di via Cavour. In omaggio ai 50 anni della Quinzaine, la partenza è in sintonia con la temperie dei tempi e i protagonisti di allora, fra barricate e contestazioni.
Le turbolenze Cannes 68 rivivono nel reading “Le tourbillon de la vie” di Giovanni Cocconi, dedicato appunto ai due paladini Truffaut e Godard e più panoramicamente alla stagione del Maggio francese, cui seguirà “Le livre d’image”, ultima fatica dell’eremita J.L.G., premiata con una Palma d’oro speciale, una sperimentazione sull’immagine, i suoi eccessi e i suoi limiti.
La giornata si chiude con “Petra”, produzione franco spagnola diretta da Jaime Rosales, protagonista la grande Marisa Paredes. Si resta all’Istituto francese dove mercoledì 13 sono in programma “Pajaros de Verano” di Ciro Guerra e Cristina Gallego, saga di una famiglia di contadini di un villaggio colombiano divenuta negli anni 70 fra i maggiori narcotrafficanti, e “Zimna Wojna” di Pawel Pawlikowski (già autore di “Ida”, Oscar come miglior film straniero nel 2015), intensa storia d’amore sullo sfondo della Guerra Fredda nella Polonia degli anni 50, premiato per la miglior regia. Giovedì 14, con la replica di Godard, potremo vedere “Comprame un revolver”, ancora un produzione latino americana diretta da Julio Hernandez Cordon, storia avventurosa di violenza e sopraffazione in un paese governato da leggi patriarcali dove le donne vengono costrette a prostituirsi e uccise.
Ghiotta e scintillante la tre giorni alla Compagnia dove scorre una bella panoramica di vincenti. Si parte con “Capharnaüm” di Nadine Labaki, che ha collezionato ben tre riconoscimenti (Grand Prix della Giuria, Premio della Giuria Ecumenica e Premio La Libera), storie di infanzia negata nella periferia degradata di Beirut. Si prosegue con “Se Rokh” dell’iraniano Jafar Panahi, vincitore per la Miglior sceneggiatura (condiviso con “Lazzaro felice” di Alice Rohrwacher), racconto on the road tra le remote montagne del nord-ovest, al confine con la Turchia, alla ricerca di una ragazza che si è rivolta a una celebre attrice iraniana per aiutarla contro le violenze della sua famiglia.
Si conclude in grande con la Palma d’oro, Manviki Kazoku del giapponese Hirokazu Kore-eda, storia di una famiglia sui generis, composta da persone che in realtà non sono parenti, ma unite dalla stessa indigenza, dal bisogno di trovare conforto sotto un tetto, un film a cavallo tra l’ispirazione dickensiana e la poeticità neorealista zavattiniana. Infine per gli amanti (ma non solo) della grandi coppie nell’arte e nella vita, Xavier Bardem e Penelope Cruz sono insieme in “Todos lo saben” di Asghar Farhadi (una donna spagnola che vive a Buenos Aires, ritorna nella sua cittadina natale appena fuori Madrid per prendere parte al matrimonio della sorella, una riunione familiare nella quale riemergerà un passato a lungo sepolto) mentre i padroni di casa trovano sponda in “Amin” di Philippe Faucon (autore di “Fatima”) e in “ Le monde est à toi” di Romain Gavras, con Vincent Cassel e Isabelle Adjani. Info e programma completo www.franceodeon.com
Foto: “Capharnaüm” di Nadine Labaki