Cannes – Un festeggiatissimo Roberto Benigni arriva al Palazzo del Festival creando, come suo solito, scompiglio tra i fotografi schierati ai due lati del tappeto rosso della 71’ edizione del Festival Du Cannes.
Benigni passa da solo per non rubare la scena a Alice Rohrwacher, e il numeroso cast di “Lazzaro Felice“, tra cui Alba Rohrwacher e Nicoletta Braschi, la signora Benigni appunto, che nel film interpreta il ruolo della cattiva marchese De Luna.
Alice Rohrwacher arriva al festival dopo quattro anni dal suo bel film “Le Meraviglie”, per presentare il suo nuovo film nel concorso ufficiale della 71’ edizione del Festival di Cannes, un programma, a dire il vero, che ha fatto vedere, fino a questo momento, pochi film che rimarranno nella memoria.
La regista e il cast del film vengono accolti da un lungo applauso al momento del suo ingresso, ma l’applauso più lungo e più meritato arriva al termine della proiezione. La standing ovation dura ben 13 minuti e lancia il film già verso la rosa delle opere papabili per un premio in questa edizione.
Con questo film la regista toscana torna al sua tema più amato e già messo a fuoco con “Le Meraviglie”, cioè la condizioni dell’essere umano in un mondo che galoppa verso un terribile sconvolgimento dell’essenza dell’umano. Lo fa prendendo in prestito dalla storia il simbolo della resurrezione per l’eccellenza: Lazzaro, che si alza e cerca di camminare in un mondo scivoloso, irto di ostacoli e pieno zeppo di cattiverie e pregiudizi.
Potrà mai un Lazzaro buono affrontare i mali del mondo moderno? Forse si, o deve essere così, ma a quale prezzo!
In un remoto villaggio italiano viveva un giovane contadino di nome Lazzaro, la cui bontà era incessantemente sfruttata dagli altri abitanti del villaggio. Un’estate, divenne amico dell’arrogante Tancredi, il figlio della marchesa feudale che reggeva le terre coltivate dai contadini dell’Inviolata. Questa amicizia doveva portarlo in un viaggio nel tempo, nel cuore del mondo moderno.
Proprio come nel suo precedente film “Le meraviglie”, dove ha descritto la vita quotidiana di una famiglia di apicoltori che vivono nell’autosufficienza, il nuovo film di Alice Rohrwacher naviga da qualche parte tra fiaba e cronaca sociale. Lazzaro Felice racconta il destino di un antieroe, un protagonista ombra il cui unico scopo è aiutare gli altri, anche se ciò avviene a proprio danno. Attraverso il personaggio di Lazzaro, la regista descrive il declino della civiltà agraria.
L’ispirazione per la trama di questo film è arrivata ad Alice Rohrwacher da un evento realmente accaduto: la storia di una marchesa che aveva approfittato della lontananza delle sue numerose proprietà per nascondere ai contadini che lavoravano nelle sue terre il fatto che il sistema di mezzadria era stato abolito. La regista dice di essere rimasta colpita dalla commovente storia di questi contadini e dal loro ritardo nell’ingresso nel mondo moderno, sono “arrivati in ritardo a questo appuntamento con la storia”.