CANNES 2015: niente da fare per l’Italia

Si è conclusa ieri la sessantottesima edizione del festival del cinema di Cannes con la cerimonia di premiazione dentro il Palais du Cinemà. Una serata molto piacevole alla quale, nonostante non fossero presenti tutti gli ospiti del festival, molti volti conosciuti del cinema hanno partecipato. Serietà innanzitutto ma anche qualche momento divertente come la simpatica performance dellattore John C. Reilly, protagonista in uno degli episodi del Racconto dei Racconti di Matteo Garrone, che ha cantato e ballato per poi vedersi cantare a sua volta “Happy Birthday” da tutta la platea in occasione del suo cinquantesimo compleanno.

Purtroppo niente da fare per l’Italia. Nessun premio quindi per Nanni Moretti, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino nonostante abbiano convinto con le loro pellicole in concorso, apprezzate dalla critica internazionale e soprattutto da quella anglosassone.

Il palmares ha convinto per le sue scelte nonostante la Palma d’Oro a Jacques Audiard per il suo “Dheepan” sembri più un premio alla sua carriera e ai film che precedentemente sono stati ignorati dal festival piuttosto che un vero riconoscimento al film (in quanto considerato uno dei più deboli di tutta la sua filmografia). Il Grand Prix della giuria è invece andato a “Son of Saul” di László Nemes, qui al suo debutto dopo aver lavorato per anni come assistente del grande regista ungherese Bela Tarr.

La miglior regia e la miglior sceneggiatura sono andate rispettivamente a Hou Hsiao-Hsien per “The Assassin” e al messicano Michel Franco per “Chronic”. A sopresa il premio per la miglior attrice è stato consegnato ex-equo a Emmanelle Bercot per “Mon Roi” e a Rooney Mara per “Carol” nonostante Cate Blanchett fosse vista come la favorita proprio per il ruolo nel film di Todd Haynes. Bellissimo momento la consegna del premio come miglior attore a Vincent Lindon per la sua fortissima interpretazione in “La Loi du Marché” di Stéphan Brizé che, profondamente commosso, ha ringraziato la giuria per avergli donato “il giorno più felice della sua vita“.

Infine il Gran Premio della Giuria è stato vinto da “The Lobster” del greco Yorgos Lanthimos al suo debutto in lingua inglese mentre la Palma d’Onore è andata ad Agnès Varda, premiata la scorsa estate anche al Festival del cinema di Locarno.

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La miglior regia e la miglior sceneggiatura sono andate rispettivamente a Hou Hsiao-Hsien per “The Assassin” e al messicano Michel Franco per “Chronic”. A sopresa il premio per la miglior attrice è stato consegnato ex-equo a Emmanelle Bercot per “Mon Roi” e a Rooney Mara per “Carol” nonostante Cate Blanchett fosse vista come la favorita proprio per il ruolo nel film di Todd Haynes. Bellissimo momento la consegna del premio come miglior attore a Vincent Lindon per la sua fortissima interpretazione in “La Loi du Marché” di Stéphan Brizé che, profondamente commosso, ha ringraziato la giuria per avergli donato “il giorno più felice della sua vita“.

Infine il Gran Premio della Giuria è stato vinto da “The Lobster” del greco Yorgos Lanthimos al suo debutto in lingua inglese mentre la Palma d’Onore è andata ad Agnès Varda, premiata la scorsa estate anche al Festival del cinema di Locarno.

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