Quello che parte domenica sarà il sesto campionato consecutivo che la Reggiana giocherà in Prima Divisione, il 15mo nella vecchia serie C. Anche quest’anno, la squadra del neo mister Battistini si presenterà ai nastri di partenza con i soliti innumerevoli dubbi e un’unica certezza rappresentata dall’eterno Beppe Alessi, capitano “chioccia” di una formazione piena di giovani dalle belle speranze provenienti principalmente da esperienze in seconda divisione. Il mercato e gli impegni di pre-campionato, in effetti, non ci consentono di mettere i granata tra coloro che possono ambire alla promozione in serie cadetta ma il blocco delle retrocessioni e l’allargamento ad otto partecipanti della griglia play-off permettono a ogni squadra di poter sognare il colpo grosso e a candidarsi ad essere la sorpresa della stagione. Società ed allenatore, dal canto loro, predicano calma e chiedono fiducia nel tentativo di mantenere basse le aspettative senza quasi mai citare i fatidici obiettivi stagionali, visto anche e soprattutto come andò a finire lo scorso campionato.
Di fiducia e pazienza i tifosi ne dovranno avere un bel po’ dato che la Reggiana vista in questo pre-campionato ha dimostrato di essere ancora lontana dall’essere una squadra e dall’avere un proprio sistema di gioco; numeri alla mano, è vero che su dieci partite giocate Alessi e compagni hanno perso solamente due incontri ma è altrettanto vero che nell’unico doppio impegno ufficiale (contro Forlì e Rimini in Coppa Italia) i granata hanno offerto prestazioni ampiamente al di sotto della sufficienza soffrendo – non poco – contro squadre di categoria inferiore. Sulla carta, poi, compagini del calibro di Cremonese, Sudtirol, Entella e delle retrocesse Pro Vercelli e Vicenza appaiono un gradino sopra a tutte le altre anche se non sempre coloro che spendono di più sono quelli che a fine campionato festeggiano con spumante o champagne. Al di là delle previsioni, a partire dalla gara di domenica in Alto Adige contro il Sudtirol, la Reggiana dovrà aggrapparsi al suo zoccolo duro (formato da Zanetti-Parola-Alessi e perchè no dall’ultimo arrivato Ruopolo) capitanato ancora una volta dal sempreverde regista granata, anche se una squadra che vuole provare ad essere protagonista della stagione non può affidarsi unicamente alle invenzioni di un singolo giocatore, sia egli un’eccellenza o meno per la categoria. E poi perchè un po’ tutti noi, forse, ci siamo stufati di sentir parlare dei granata come la squadra da rispettare per il glorioso passato ma con un presente pieno di delusioni ed un futuro senza prospettive di successo.