Campagna “Salviamo Firenze”, depositati i quesiti referendari

Firenze – Oggi, 26 gennaio, i quesiti referendari della campagna “Salviamo Firenze” sono stati depositati a Palazzo Vecchio. Comincia così l’iter per avviare il referendum che dovrà, prima di giungere all’operatività ovvero al voto dei cittadini sui quesiti referendari, affrontare svariati passaggi: il primo, ovvero quello delle cento firme necessarie per sottoporlo all’attenzione della commissione competente, è stato brillantemente superato (le firme raccolte in un giorno son state circa 600); ora le firme dovranno essere consegnate al segretario comunale che ne verificherà la legittimità; poi, il tutto verrà cnsegnato al sindaco mentre il consiglio comunale nominerà na commissione di tre esperti che dovranno pronucniarsi sull’ammissibilità. In questa fase, il consiglio comunale potrebbe, a maggioranza qualificata, bloccare il procedimento.  Se va tutto bene si procede con una serie di seafori verdi, scatta la raccolta delle 10mila firme necessarie per indire la fase del voto. Si tratta di un iter che prevede due mesi di tempo. Obiettivo, fra tutti i passaggi e il voto vero e proprio, quello di giungere al risultato in tempi utili, prima dello scioglimento del consiglio comunale, ovvero entro al fine dell’anno, come spiega il consigliere di Spc Dmitrij Palagi, che, insieme alla collega Antonella Bundu e ai consiglieri comunali M5S Roberto De Blasi e Lorenzo Masi, hanno svolto il ruolo di “autenticatori” per le firme raccolte per il depositio dei questiti referendari.

Le domande che i cittadini fiorentini saranno eventualmente chiamati a valutare, sono due: nella prima, si chiede “di abolire la norma che consente agli immobili prima adibiti a servizi pubblici di passare senza pianificazione urbanistica alla destinazione direzionale”; la numero due chiede “l’abolizione della norma che favorisce gli studentati di lusso”. I due quesiti fanno riferimento a  due norme del regolamento urbanistico fiorentino, come spiega Massimo Torelli, di Firenze Città Aperta e del Comitato promotore dell’iniziativa referendaria, di cui una, “fatta apposta per i gruppi di investimento, che stabilisce che quando palazzi storici e non che assolvevano a funzione pubblica, una volta che la dismettono, possono passare, con mera richiesta, a diventare spazi direzionali “, dove direzionali significa, “tutto ciò che non lo è, ovvero dagli studentati agli uffici”, l’altra, che favorisce gli studentati di lusso, permettendogli di svolgere anche attività alberghiera per un periodo extra, che si aggiunge alla quota del 49% di attività alberghiera resa possibile dalla normativa nazionale.

La campagna informativa e di ascolto alla cittadinanza partirà il 28 gennaio con un gazebo, dalle 10 alle 13, in piazza Santo Spirito a Firenze. “Chiediamo al Comune e al Consiglio comunale – ha aggiunto Torelli – di procedere velocemente sull’iter che ci porterà alla fase successiva, quella che porterà al via libera per la raccolta dalle 10mila firme previste dal regolamento, da raccogliere in quattro mesi. Confidiamo che il Consiglio comunale indichi al più presto i tre esperti che dovranno fare la prima valutazione giuridica dei quesiti”.

Nel referendum sono particolarmente coinvolti anche gli studenti dell’Università di Firenze, che come dice Alessandro Garaffi, studente di Scienze Politiche, stentano a trovare una sistemazione dignitosa in città. Problema particolarmente evidente con gli studenti fuori sede, che, oltre a stare nelle insufficienti residenze studentesche, spesso anche con probemi di degrado, sono sottoposti al cappio degli affitti privati, altissimi. “A una fase di evidente espulsione degli studenti dal centro, con decentramento a Novoli, dove mancano centri di socializzazione, si unisce la sostanziale mancanza di alloggi per studenti provenienti dalla cosiddetta fascia media o grigia, che dir si voglia”. Un combinato disposto che, oltre a far venire meno una delle condizioni per potere realmente esercitare il diritto allo studio di qualsiasi studente, qualsivoglia sia la provenienza geografica o sociale, funziona di fatto come un sistema di esclusione dal diritto allo studio. E per di più, visti i prezzi degli studentati di lusso che stanno fiorendo in città e i canoni degli affitti privati, un sistema basato sull’esclusione per censo. Una sorta di tradimento della mission inclusiva tradizionalmente propria dell’Ateneo Fiorentino che è messa in evidenza anche dall’intervento del professor Fulvio Cerrini, storico dell’Arte, fra i sostenitori del referendum.

In una nota congiunta, i consiglieri dei M5S Roberto De Blasi e Lorenzo Masi,  Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Spc, dichiarano: “Abbiamo partecipato alla conferenza stampa convocata dalle realtà cittadine promotrici dei due quesiti referendari su cui nella sola giornata del 14 gennaio 2023 sono state raccolte centinaia di firme. Lo abbiamo fatto perché volentieri abbiamo dato la nostra disponibilità ad autenticarle. Ma non si tratta di una mobilitazione “nostra”: è a disposizione di tutta la città.
Le testimonianze delle realtà studentesche raccontate in questa occasione narrano di come la residenza temporanea sognata dal nostro Sindaco non abbia gli stessi bisogni di chi vuole costruire la propria vita, o una parte della propria esistenza, sul territorio urbano fiorentino.
Il nuovo piano operativo non risponde alle questioni sollevate dalla campagna “Salviamo Firenze”: si propone che gli studentati non possano fare turistico-ricettivo per 60 giorni (ora sono 90, ma dal 2024 dovrebbero scendere di un terzo) e che ci siano maggiori vincoli per gli immobili pubblici, da tutelare nelle loro funzioni (basta ricordarsi quanto fosse importante il tema degli spazi nei primi anni di pandemia SARS-CoV-2).
Oggi la Segreteria generale riceve, per conto del Sindaco, i quesiti proposti e le centinaia di firme raccolte (ne bastavano 100). Chiediamo a tutti gli altri gruppi, di maggioranza e di opposizione, di entrare nel merito dei quesiti e unirsi al sostegno da dare al nascente comitato promotore”.

Vedi anche: https://www.stamptoscana.it/raccolta-firme-per-il-referendum-salviamo-firenze-centinaia-di-cittadini-al-gazebo/

 

 

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