Quando lo hanno trovato accanto al suo camion con il motore acceso era agonizzante ma vivo. Non ha però resistito a lungo e, nonostante le cure dei medici del 118 giunti sul posto in ambulanza, è deceduto poco dopo. Vito Guastella era un camionista siciliano di 50 anni che lavorava per la ditta Marco Polo di Alcamo (Trapani) e stava lavorando in un piazzale della ditta di autotrasporti in via dell’Arnaccio, a Biscottino, località al confine fra le province di Livorno e Pisa. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri di Collesalvetti (Livorno), che sono giunti sul posto assieme al medico legale Damiano Marra ed al pubblico ministero Gianfranco Petralia, il cinquantenne sarebbe sceso dal suo tir per agganciarvi un rimorchio quando sarebbe stato attaccato da un branco di cani randagi. L’uomo avrebbe anche tentato di divincolarsi dagli animali e scappare, ma i randagi non avrebbero avuto pietà ed ogni suo tentativo di fuga sarebbe stato vano. A scoprire il corpo, intorno alle 10.45 di oggi, 28 febbraio, è stata una donna che lavora per l’impresa di pulizie dell’azienda. Insospettita dal camion acceso, ha notato quello che riteneva un cadavere ed ha contattato le forze dell’ordine segnalando che alcuni cani stavano infierendo sul corpo steso a terra nel piazzale della ditta di autotrasporti. Secondo le prime indiscrezioni, dai rilievi dei carabinieri è emerso che tracce di sangue e brandelli di abbigliamento dell’uomo erano sparsi per tutto il piazzale, segno della ferocia con la quale il branco ha attaccato il corpo dell’uomo. Resta da chiarire se il cinquantenne camionista fosse morto prima dell’aggressione dei cani o se siano stati i loro morsi a farlo perire. L’autopsia farà luce sulle cause del decesso, anche se sembrerebbe che abbia tentato la fuga dai randagi e che, quindi, sia morto proprio sotto i colpi delle loro fauci. I cani, intanto, sono stati catturati ed affidati ai veterinari della Asl di Livorno. Si tratterebbe di una decina di meticci che, secondo le prime indagini condotte dai carabinieri, vivrebbero nella zona e sarebbero talvolta stati nutriti da una donna romena che vive in una roulotte parcheggiata non lontano dal piazzale della Marco Polo. La donna verrà quanto prima ascoltata dalle forze dell’ordine.
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