Camera Bianca nasce dagli spazi interni di un albergo, come luogo di sperimentazione e sostegno. Sperimentazione di un nuovo modo di pensare lo spazio espositivo, continuo nel tempo, accompagnamento al viaggiatore. Sostegno ad una struttura che come tante simili corre il rischio di soccombere. Camera Bianca vuole fornire un’alternativa al sistema galleristico odierno, spesso non idoneo ai mezzi espressivi contemporanei. Il nome deriva da “un luogo caratterizzato dalla presenza di aria molto pura cioè a basso contenuto di microparticelle di polvere”, che corrisponde agli ambienti utilizzati nella ricerca scientifica. Il riferimento sottolinea proprio l’esigenza di pulizia di un rapporto sempre frettoloso tra le opere e gli osservatori, “fornendo il tempo necessario all’assorbimento della visione artistica con cui si entra in contatto per tutto il periodo del soggiorno”.
Beatrice Campani ha deciso di applicare una personale concezione dello spazio espositivo all’interno di una struttura alberghiera. Un modo dunque di impiegare le proprie idee a favore di un’attività che non può che trarne beneficio. La decisione nasce dalla presa di coscienza dello stato attuale delle cose, di una crisi generale che rischia di ridurre a macerie molte realtà lavorative. Allo stesso tempo è occasione per gettare le basi di un ripensamento generale: proprio in questo sta la forza del progetto. Gli oggetti esposti vengono rivisitati come elementi integrati ad altre funzioni, il che trasforma il rapporto che l’osservatore intrattiene con le opere stesse. La collocazione di lavori artistici all’interno di un luogo che ospita un flusso di persone molto variegato permette l’avvicinamento anche di chi non vi si è mai trovato a contatto in precedenza. Si tratta di un esperimento interessante proprio per la precisa intenzione di Beatrice di mettere in relazione tra loro soggetti e oggetti che non si sarebbero altrimenti mai incontrati. L’idea nasce quindi dalla coscienza del significato di un albergo: luogo per sua natura costituito di ambienti pubblici e privati a contatto tra loro. C’è l’intenzione di approfondire questo legame, di mescolare tra loro questi ambiti, dando la disponibilità agli artisti di utilizzare stanze da letto come atelier.
Questo è Camera Bianca: le opere non sono più denaturalizzate all’interno di gallerie, che conferiscono loro un’aurea sacrale ma estremamente superficiale. Sono collocate negli spazi condivisi e di passaggio dell’albergo, senza alcuna pretesa economica, senza interferenze. Sarà possibile infatti per il visitatore intraprendere un rapporto diretto con gli autori, senza intromissioni dei promotori, sia attraverso i contatti forniti, sia attraverso l’utilizzo della rete wi-fi della struttura. Lo spazio viene presentato oggi nella sua forma embrionale, ma è prevista la sua crescita attraverso l’emissione di bandi che hanno come scopo sia la trasformazione del luogo dedicato alle esposizioni, sia la partecipazione di sempre nuovi artisti al progetto. La possibilità è comunque anche quella di proporre opere sotto qualsiasi forma, siano esse tele, sculture, videoproiezioni, installazioni, prodotti artigianali. Si tratta in definitiva di un’iniziativa innovativa, pensata non rigidamente ma come un work in progress aperto a nuovi contributi creativi. Ma soprattutto collocata in una struttura a gestione familiare, luogo di passaggio e di condivisioni che potrebbe arricchirsi e stimolare una nuova concezione espositiva.
Vi consiglio di partecipare all’inaugurazione di Camera Bianca all’Albergo San Pietro (viale Monte Grappa, 5) giovedì 23 maggio, dalle ore 18.00. Sarà occasione per approfondire il progetto e avere una prima proposta di quella che è un’idea in auspicata evoluzione.
Anna Vittoria Zuliani