Certamente dopo gli Uffizi e il Palazzo Ducale di Venezia, con i suoi oltre 1,2 milioni di visitatori annui, la Galleria dell’Accademia di Firenze la si può considerare il museo più frequentato d’Italia e tra i primi al mondo per densità di presenze. Quindi un luogo dalla gestione parecchio impegnativa, anche per un direttore instancabile come Franca Falletti che sta per andare in pensione.
E’ universalmente noto che questo luogo d’arte sublime deve la sua vasta popolarità alla presenza di alcune sculture tra le più importanti di Michelangelo: i Prigioni, il San Matteo e in particolare il celebratissimo David, qui trasportato nel 1873, per il quale venne realizzata la scenografica galleria.
A Franca Falletti, che ha diretto la Galleria per 21anni, stamani durante il passaggio del testimone alla presenza di Cristina Acidini, all’unanimità si è riconosciuto il merito di aver profuso nel compiere il suo incarico, tutta la sua competenza ma anche la tanta energia, quel “piglio” incoercibile, che il suo successore e suo vice fino al 2006, Angelo Tartuferi, ha ammesso di invidiarle. “Per quanto ho potuto – ha dichiarato la direttrice uscente – ho provato a sviluppare un’offerta culturale sempre maggiore”. Raccontando di aver lavorato costantemente con grande soddisfazione e molta libertà di movimento, Falletti ha stimolato al sorriso i presenti ammettendo di esser riuscita a prendere “per sfinimento” persino un osso duro come Antonio Paolucci. Durante la sua direzione, il museo è molto cresciuto proprio come allestimenti e nuove strutture, come si può oggi vedere, visitando il primo piano. Qui si è dato sviluppo a una sezione cui la direttrice ha tenuto parecchio, la didattica, essendo suo convincimento che “l’impoverimento culturale è causa della diffusa immoralità”.
Al futuro direttore, che si insedierà a metà maggio, è stato chiesto se intenda continuare la politica di attenzione alla contemporaneità, una vocazione che la Galleria dell'Accademia ha dimostrato di avere con le seguitissime mostre curate da Bruno Corà, assieme a Falletti, e dedicate ad artisti internazionali ormai affermati del nostro tempo. Infatti, queste manifestazioni, assieme agli eventi speciali di incontri “live” con i protagonisti della video arte, della multimedialità, e della musica colta contemporanea, hanno portato in Galleria un pubblico giovane mai visto prima. Con molto acume, Falletti aveva capito che è molto più facile trascinare un giovane ritroso davanti a un trecentesco trittico di santi, o a un marmo michelangiolesco, una volta che lo si è catturato nella rete di un Bill Viola. Per tutta risposta Tartuferi, che è allievo di Mina Gregori e profondo conoscitore del Medioevo e del Quattrocento (ne dirige il Dipartimento agli Uffizi), ha ammesso di non avere la stessa propensione, ma di essere comunque sensibile a “una realtà moderna storicizzata”. Sui programmi di un futuro prossimo si è saputo che è in preparazione una mostra di arte civica, intitolata Dal giglio al David, curata da Daniela Parenti ancora per poco vicedirettrice, mentre Acidini ha ricordato che nel 2014 ci sarà un’altra grossa manifestazione per Michelangelo “che passerà attraverso la modernità”.
Per concludere in bellezza, è in programma uno speciale evento musicale, che avrà luogo lunedì 25 febbraio alle ore 21.00, come d’abitudine, nelle sale del museo; la serata intende essere l’occasione per un saluto e un ringraziamento agli amici, alla città e a tutti coloro che cercano la “forma nella materia”. Proprio per l’occasione il Maestro Daniele Lombardi ha composto un pezzo intitolato “Non finito” e dedicato alla direttrice uscente Franca Falletti.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti – programma della serata sul sito del polomuseale. http://www.polomuseale.firenze.it/eventi/