Calciomercato: tanto fumo e poco arrosto

Eppure chiunque, dal pensionato al “chiosco degli sportivi” fino al più preparato dei commentatori, a domanda diretta sarebbe sempre disposto a rispondere che il nostro “è il campionato più difficile e più bello del mondo”. Mah. Forse in pochi sbirciano quello che succede in Spagna e in Inghilterra, ma anche in Germania e in certi casi in Francia. Non potremmo, però, dargli tutti i torti ma nemmeno essere d’accordo al 100%. Stiamo perdendo appeal, questo è ormai un dato assodato, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per il quale i grandi calciatori sgambettano tutti lontano dalla Serie A e chi c’è strizza l’occhio ai grandi club europei. E i più forti giocatori che sono rimasti lo fanno soprattutto perché sono meno propensi all’espatrio rispetto ad altri o perché preferiscono chiudere la carriera nei club che gli hanno dato tutto. Eppure anche in questa lunga estate si sono sprecati i grandi nomi, le lunghe trattative e le conseguenti speranze ( spesso tradite) dei tifosi. A partire da quell’infelice dichiarazione del dg della Juventus Marotta sui “top player” (qualcuno li ha visti o sentiti?), dalla “smobilitazione” dell’Inter (il colpo dell’estate è suo, ma in uscita…) fino alla incomprensibile rivoluzione romanista (Luis Enrique sembra il colonnello dei marines di una serie tv americana e sembra per adesso aver capito ben poco del calcio italiano e di Roma, una città particolare) e al cambio di stagione della Fiorentina, dalla primavera prandelliana all’ancora autunno del corso Mihajlovic (contro tutti ce la farà a dimostrare quello che dice? Siamo alle famose nozze coi fichi secchi…). Ma anche su una Lazio che punta su campioni (bravi) ma all’ultimo giro di carriera. Insomma sfoglia, sfoglia il nostro calcio è lontano da molti altri campionati e il gap sembra non fermarsi. Quello che resta, ed è incredibile viste le molte delusioni, è la voglia matta dei tifosi di leggere e aspettare la notizia giusta. Da qui deve ripartire il nostro calcio, magari con uno sciopero e una “bomba di calciomercato” in meno e un progetto tecnico e sportivo più chiaro e vincente. Prandelli è sulla buona strada con la nazionale azzurra, molte società devono ancora immettersi nella corsia giusta, le aspettiamo fiduciosi. Pur certi che da queste ultime ore di mercato non succederà niente di eclatante.    

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