Livorno – Due anni e sei mesi di reclusione, con il beneficio della sospensione condizionale e il pagamento di 3.500 euro di multa è la pena patteggiata dal pensionato livornese che due settimane fa fu sorpreso dalla Polizia Provinciale di Livorno mentre cacciava cinghiali con un’arma da fuoco artigianale ed illegale. Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Angelo Perrone, e riunito oggi in udienza per direttissima, ha ritenuto l’imputato, M.M. di 76 anni, colpevole dei reati ascritti che riguardavano la detenzione illecita di armi da sparo, la manomissione di talune di esse per aumentarne la potenzialità offensiva, la detenzione e utilizzo di armi clandestine di vario calibro, di costruzione artigianale, la detenzione di munizioni in numero eccedente a quello consentito dal TULPS e la caccia con mezzi non consentiti.
Nella sentenza il giudice ha disposto, inoltre, la revoca degli arresti domiciliari e la confisca delle armi, clandestine e alterate, e delle munizioni sequestrate e la distruzione del resto del materiale rinvenuto. L’uomo era stato fermato dagli agenti della Polizia Provinciale e del Corpo Forestale dello Stato, in località Botro Mulino nel comune di Livorno, in un’area demaniale all’interno del Parco delle Colline livornesi, mentre sistemava l’arma con un sistema di innesco a scatto impostato dalla preda. Un’arma micidiale, collocata ad altezza d’uomo, pronta a sparare contro qualunque cosa o animale ne avesse sfiorato il meccanismo di scatto e potenzialmente letale, quindi, anche per i frequentatori del parco.