Firenze – A farsi portavoce del malessere, caos, disagio che provoca la Tasi, la tassa che raccoglie l’eredità della vecchia Imu sull’abitazione principale, è il Caaf Cgil Toscana, che, per bocca del suo presidente Paolo Graziani, fa un quadro a dir poco inquietante del “nuovo” balzello.
Intanto, la confusione e la complessità regnano sovrane: sono fra le mille e millecinqucento, le telfonate che giungono quotidianamente alla Caff Cgil in merito alla Tasi. Telefonate di cittadini impauriti e confusi che non sanno come, quando, dove pagare la nuova imposta. “I cittadini – spiega Graziani – chiedono soprattutto precisazioni sulle delibere, su quanto, e come si paga”. Sembra semplice, ma il caos in tema è così forte che mette in difficoltà gli stessi patronati, non solo quello della Cgil.
Ma se questo è il panorama generale, qual è il consiglio che Graziani invia a i cittadini per affrontare questo mare magnum di disagio e burocrazia ben poco chiara? E soprattutto: può un cittadino far da solo? “I cittadini non sono messi in grado di fare da soli – è la risposta di Graziani – bisognerebbe conoscere tutte le delibere e sapere tutto ciò che è stato scritto nella delibera. Ci sono Comuni che hanno stabilito un’aliquota del 2-2,5%, con detrazioni che vanno dal 3-3,3%, solo per stare alle detrazioni. Il cittadino si deve rivolgere o a un Caaf o a un consulente altrimenti non è possibile stampare entro il 16 ottobre il doceumtno di pagamento della Tasi”. E per quanto riguarda i “contatori” automatici, sì, possono essere utili, ma “bisogna avere molta competenza”.
Di fatto, la Tasi è stata presentata, fra le altre cose, anche come una semplificazione fiscale. Ma di cosa si parla, dice Graziani, “Per semplificazione intendo un bollettino già bell’e preparato che arriva a casa e che il cittadino paga”. Punto. E’ questo il caso? Non sembra proprio; ma perché non è così? “Le banche dati dei vari sistemi telematici – spiega Graziani – agenzia delle entrate e tutto ciò che riguarda il fisco, non comunicano fra loro”. E ciò comporta questo incredibile guazzabuglio in cui niente è certo e tutto è vero.
Ma la questione è anche un’altra, e la domanda è spontanea e sulla bocca di tutti: ma si paga di più o di meno rispetto alla vecchia e vituperata Imu? “Questa è una domanda molto interessante – risponde il presidente del Caaf fiorentino – sulla questione della prima casa, che riguarda il 75-80% di cittadini anche in Toscana, s’è detto che non si sarebbe più pagata l’Imu e che si sarebbe pagata un’unica imposta. Nei fatti, abbiamo tre imposte, dal momento che la Iuc è formata da Tari Tasi e Imu”. Col rsultato, spiega ancora Graziani, che mentre prima c’erano 5 milioni di cittadini esentati dall’Imu, oggi invece anche questi pagano qualcosa. Non solo: “Inoltre, i redditi iù alti e chi più ha paga meno di quelli che pagavano niente. Mi sembra un’evidente ingiustizia sociale cui bisognerà porre rimedio”.
Cosa è cambiato, a livello di procedure? “E’ la stessa imposta che cambia nome – dice Graziani – da gestirsi alla stessa maniera. I tempi di compilazione sono pressapoco gli stssi. Le porcedure sono cambiate perché abbiamo avuto due Sul piano procedure è la stessa imposta che cambia nome: i tempi di compilazione sono più o meno gli stessi., sono cambiate le procedure, in quanto abbiamo avuto comuni che hanno deliberato prima del 16 giugno e alcuni entro il 10 settembre”.
Una tassa ogni Comune della Toscana: l’allarme è anche questo, ci sono 280 Tasi diverse. A Firenze, 80 euro in più rispetto alla vecchia Imu, a Prato 200 euro in più. Infine, è anche impossibile controllare se qualcuno ha versato quanto doveva. Certo, come dice Graziani, “Se ci fosse una sinergia fra banche dati comuni e agenzia entrate, si potrebbe controllare meglio. Purtroppo le banche dati non comunicano”.
“Vorrei anche sottolineare – conclude Graziani – che il cittadino è beffato due volte: 1 volta, in quanto paga l’imposta che era stato promesso non doveva più pagare; 2, perché deve pagare qualcosa anche per stampare il bollettino. Se questa è la semplificazione fiscale, allora non mi piace”.