“L’attuale struttura degli oliveti deriva da un lavoro effettuato per secoli sul territorio da persone che per prima cosa amavano Buti “ – osserva Franco Lari autore del libro “Un territorio scolpito dall’agricoltura” nel quale l’avvincente narrazione del territorio di Buti si coniuga a splendide immagini di Lido Scarpellini. Franco Lari ricorda, ad esempio, che aver costruito gli oliveti dando loro forma di aquila, ben visibile dal paese o dalle altre colline , è stata un’opera ingegnosa e molto suggestiva perché simboleggiava un omaggio a Buti che ha appunto l’aquila nello suo stemma in ricordo dell’emblema dato alla comunità locale dall’imperatore Ottone II nel 973. Questo libro descrive la storia dei terrazzamenti in pietra, della sapiente rete di drenaggio delle acque piovane (valli,vallini,rii) sulle colline coltivate ad oliveti la , le strade di campagna con una rete capillare di viottoli e di muri a secco. Poi si rievoca il “percorso” dell’olio nei frantoi, edifici che hanno sempre colpito il nostro immaginario per il complesso e armonioso procedimento di frangitura nei frantoi che utilizzavano l’energia idraulica portata da un reticolo di “gore” e da grandi ruote a cassetta (le foto mostrano anche le antiche macine in pietra gli ingranaggi in legno. Ma il frantoio era anche un importante luogo di socializzazione; nelle nottate in frantoio si recitavano componimenti in ottave dei poeti locali e si parlava dell’ allestimento dei Maggi, i componimenti drammatici in ottava rima che si cantavano mentre si rimondavano gli olivi o durante la raccolta. L’olivicoltura, principale prodotto locale,scandiva la vita della comunità e si lega alle varie espressioni della cultura popolare radicate nella storia di questa terra toscana. A proposito di olio, Franco Lari ricorda che fu elogiato dalla granduca di Toscana nel 1586 (Francesco I de’Medici) e dalla “grande inchiesta leopoldina” 1768 , e riporta una lettera, anch’essa elogiativa, del grande Gioacchino Rossini Infine a coronamento della’intera narrazione un breve ma succulento capitolo a che elenca i piatti della cucina butese, fior fiore della cucina povera toscana dove il cibo si lega alle tradizioni e ad eventi come il locale Palio delle contrade che ha come ingrediente necessario la trippa alla butese. Questo libro che viene presentato sabato 15 febbraio alle ore 18,00 alla Biblioteca comunale di Buti con il Patrocinio del Comune, narra (e mostra) attraverso l’ affascinante storia degli oliveti e del percorso dell’olio, l’identità di un popolo che si è cementata nei secoli che la ritroviamo in ogni angolo di questa vallata, nel paese posto ai piedi del Monte Serra, nelle colline che lo circondano, nelle coloniche, nei ponti, nelle vie e viottole E attraverso questa chiave di lettura emergono le vicende storiche, che insieme in questa unione di bellezze naturalistiche, della sapiente e tenace opera dell’agricoltore sono tratti distintivi dello stile di vita toscano il famoso tuscanystylelife sinonimo di misura, di buon gusto, di creatività. Il libro è distribuito dall’Associaz Bubamara Teatro e il ricavato sarà devoluto all’Associazione con figli disabili Il cigno d’oro, di Buti.
13 Febbraio 2014
Buti, un territorio scolpito dall’olivicoltura
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