Lo scrivono accorati quelli dell’Anpc, alias i Partigiani Cristiani che, caso quasi unico negli organismi storico e resistenziali di casa nostra, si erano da subito schierati con le vittime dell’invasione russa all’Ucraina. Senza tanti neneismi, distinguo, quando non stravolgimenti della realtà e addirittura filoputinismi.
Ed oggi, in vista del 25 aprile che dovrebbe tornare a riunire i cuori di tutti i resistenti che furono, che sono e che saranno facendoli battere all’unisono dalla parte degli aggrediti, i Partigiani cristiani chiedono a gran voce che nei giorni della festa della Liberazione le bandiere ucraine garriscano a fianco di quelle arcobaleno.
Sì perché dalle nostre parti le manifestazioni hanno finora visto la prevalenza di quelle pacifiste buone per tutte le occasioni (fortunatamente Reggio è città piuttosto isolata in Italia almeno da questo punto di vista) a discapito di quelle dell’Ucraina.
“Per la prima volta dalla fine della seconda guerra monndiale – si legga in una nota – sull’umanità incombe la minaccia nucleare. La guerra in Ucraina scatenata dall’aggressione di Putin obbligando all’esodo milioni di persone, soprattutto donne e bambini, e gli orrori perpetrati dall’esercito russo a danno della popolazione civile non hanno piegato la resistenza del popolo ucraino e del presidente Zelensky. I partigano stanno da una sola parte, ieri contro il nazifascismo, oggi contro Putin e tutti i dittatori”.
Più chiaro di così. La domanda ora è una: quanto tempo ci vorrà per convincere dell’evidenza color che ancora sperano in un 25 aprile generico che non storicizzi né contestualizzi i volti che di volta in volta assume la tirannia?