Br e camorra: un libro riapre il caso Ammaturo, ucciso 40 anni fa

Prato – Era la mattina del 15 luglio 1982 quando a Napoli in piazza Nicola Amore un commando brigatista uccise il capo della mobile napoletana, il vicequestore Antonio Ammaturo e l’agente scelto Pasquale Paola che lo attendeva con l’auto di servizio. Quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario dell’attentato e uscirà  tra pochi giorni un saggio dal titolo “Il delitto Ammaturo. Luci e ombre  di un mistero irrisolto” scritto da Pierluigi Larotonda, prefazione di Simone De Meo giornalista d’inchiesta, per Giazira Scritture.

La tragica esecuzione del vicequestore di Napoli fu rivendicata  dapprima con una telefonata all’agenzia Ansa: «Qui Brigate Rosse, un nucleo armato del partito della guerriglia ha annientato il massacratore dei proletari, il capo della Squadra mobile Antonio Ammaturo, e il suo cane da guardia». E poi con un comunicato lasciato in un cestino dell’immondizia in via Arcoleo, in cui si leggeva «dell’avvenuto annientamento del massacratore di proletari e del suo fedele cane da guardia che a suon di cariche, massacri, rastrellamenti e sgomberi personalmente diretti ed eseguiti, questa lurida canaglia si era conquistata la promozione da commissario capo a capo della Mobile, fino ad essere in odore di divenire il nuovo questore».

Tuttavia non furono pochi i dubbi che emersero già allora su veri e presunti mandanti. La tesi infatti secondo la quale furono i brigatisti rossi a uccidere Ammaturo ha convinto solo in parte Larotonda: “Perché a Napoli le Br potevano contare  ormai su pochi uomini dato che il loro capo Giovanni Senzani era già in carcere da molti mesi e il miliardo e 450 milioni di lire, cifra pagata per il riscatto di Ciro Cirillo, l’assessore Dc all’Urbanistica della Regione Campania rapito dai brigatisti nell’aprile del 1981, era già nelle sue mani».

«Inoltre – continua Larotonda – è assai improbabile che poche persone prendessero una decisione così importante, ovvero quella di eliminare un funzionario di polizia che si era occupato in vita sua solo di lotta alle mafie e alla camorra. Anche perché Ammaturo sul  rapimento e successiva liberazione del potente assessore regionale Dc non poteva nemmeno investigare poiché il caso era di competenza della Digos dato che il sequestro era stato effettuato dalle Brigate Rosse capeggiate da Giovanni Senzani».

Nel libro di Larotonda emerge poi un’altra verità: il vicequestore Ammaturo aveva  inviato due lettere (identiche), una al fratello Grazio e l’altra al Ministero degli Interni, entrambe però mai arrivate a destinazione. Secondo il fratello Grazio, quelle missive contenevano indicazioni sulla trattativa Stato, Br e Camorra per la liberazione dell’assessore Ciro Cirillo e, probabilmente, anche sull’omicidio del criminologo neofascista Aldo Semerari, ucciso ad aprile di quello stesso anno, in circostanze misteriose e sulla cui morte indagava proprio Ammaturo.

La testa mozzata di Semerari infilata in una busta di plastica fu fatta trovare sul sedile anteriore di una Fiat 128 rossa parcheggiata in viale Elena, a Ottaviano, proprio di fronte all’abitazione di Vincenzo Casillo, detto “‘o nirone”, numero due della Nuova Camorra Organizzata e braccio operativo di Cutolo.«Sul caso Ammaturo – spiega La Rotonda – l’ipotesi ormai diffusa, ma che io contrasto nel mio saggio basandomi sulla stampa dell’epoca e su fonti giudiziarie, è quella secondo la quale fu Raffaele Cutolo a voler eliminare il capo della Mobile di Napoli».

«Invece – prosegue Larotonda – quando Antonio Ammaturo fu ammazzato, il boss Raffaele Cutolo, a causa del delitto Semerari era ormai sepolto vivo nel carcere dell’Asinara, morto criminalmente. Dunque prende piede l’ipotesi secondo cui  non potendo uccidere fisicamente Raffaele Cutolo, la Nuova Famiglia, l’organizzazione camorristica nata alla fine degli anni settanta  per contrastare la Nuova Camorra Organizzata del boss di Ottaviano, decapitò ad aprile il criminologo Aldo Semerari facendo ricadere quell’omicidio sull’organizzazione criminale di Cutolo. Allora intervenne persino il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e Cutolo, per quell’atroce delitto, venne trasferito dal carcere dorato di Ascoli Piceno all’inferno isolato dell’Asinara, diventando una figura scomoda per tutti. Nessuno più voleva trattare con quel criminale. È dunque probabile che il delitto Semerari venne compiuto proprio per spingere le autorità a sbarazzarsi di Cutolo, che venne così  internato nel penitenziario sardo. La Nuova Famiglia, la potente organizzazione camorristica e imprenditoriale, senza l’ingombrante figura di Cutolo divenne regina sul territorio. Ultimo ostacolo da rimuovere un nemico, un poliziotto che era una spina nel fianco per il potere della mala ed anche per il potere politico: il vicequestore Ammaturo».

Una tesi suggestiva che l’autore ci propone basandosi  su un meticoloso lavoro sulle fonti e fatti, e dando un’ipotesi ragionata di quanto accaduto quarant’anni fa. Larotonda  conclude aggiungendo: “Ad avvalorare ciò che penso e ho scritto, dopo l’attentato ad Ammaturo, i brigatisti vennero aiutati nella loro fuga da elementi della Nuova Famiglia ed assistiti con medicinali e coperture abitative. Renato Cinquegranella, latitante e camorrista della Nuova Famiglia, acerrimo nemico di Raffaele Cutolo, fu colui che ospitò i brigatisti».

Pierluigi Larotonda è nato a Formia (lt) nel 1973 e vive a Prato. Ha pubblicato  articoli culturali sul quotidiano online Affari Italiani e un racconto sulla rivista letteraria iF insolito e Fantastico, diretta da Carlo Bordoni; con la casa editrice Zona la raccolta di racconti “Elisir di lunga vita” e il romanzo sul tema dell’usura “Il venditore di giocattoli”; l’almanacco illustrato “Nazionali  senza Filtro” (edizioni Freccia d’oro, prefazione di Giampiero Ceccarelli osservatore tecnico della nazionale di  calcio campione del mondo 2006) e il libro illustrato per ragazzi Antonio Pigafetta. Con Bertoni editore “Il solito vizio”. Conduce il Programma racconti urbani su Radiocanale7 e collabora con il settimanale bisenZiosette. Il libro Antonio Ammaturo  verrà si potrà trovare in tutte le librerie e anche vendita via web da metà luglio.

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