“Un fuori onda può capitare. Con Chiamparino ci conosciamo da tempo, abbiamo scherzato su chi dovesse parlare per primo. E’ noto che non amo i protocolli, primo io o primo tu, a questo mi riferivo… Se queste sono notizie… comunque l’incontro tra Governo e Regioni di oggi è andato bene“. E’ il Delrio pensiero, anzi il Delrio post detto: post nel senso di dopo e nel senso di pubblicazione sul proprio profilo Facebook. L’antefatto, ormai arcinoto, è la conferenza stampa di questa mattina, a Palazzo Chigi, al termine del confronto Stato-Regioni sulla Legge di Stabilità. Di fronte ai giornalisti, prima di iniziare, Chiamparino chiede a Delrio chi debba parlare per primo: “Vai tu o vado io?“. Delrio, evidentemente inconsapevole del fatto che i registratori dei giornalisti di Repubblica e Fatto Quotidiano lo stanno già registrando, risponde sorridente e sornione “Comincio io come padrone di casa, porta pazienza. Poi se vuoi continuare tu… a me non me ne frega un cazzo“. E via.
Ecco, non è tanto quel “cazzo” a fare specie. Il problema è che qualcuno, la registrazione, non la riascolta bene, e diffonde – come l’edizione online di Repubblica – la notizia che il sottosegretario si sia fatto beccare in un fuorionda in cui dice “Comincio io con delle banalità...” eccetera. Apriti cielo. Una vera stura, per il calderone dei detrattori costantemente sul punto di ebollizione, soprattutto nelle discussioni sui social network: “Eccoli, i politici della seconda-prima Repubblica, sempre lì a pigliarci per il culo con i loro teatrini”. Il fuorionda, in questo modo, equivarrebbe ad un’autodenuncia: “Ebbene sì, siamo quelli dell’aria fritta”. Se non fosse che l’unica autodenuncia autentica è quella che di lì a poco deve pubblicare il sito di Repubblica sottoforma di rettifica: “A un primo ascolto, la frase pronunciata all’inizio da Graziano Delrio, può sembrare ‘Inizio io con delle banalità…’ – come avevamo riportato – e di questo ci scusiamo con i lettori“. Chiuditi cielo? Non proprio. La stalla ha serrato i battenti ma i buoi sono in giro, e fra loro c’è quel “non me ne frega un cazzo“! E Delrio mette una pezza sul proprio profilo Facebook.
Col passare del tempo, comunque, il clima si raffredda, e i buoi – a uno a uno – fanno rientro. Resta solo quel “cazzo”. Anzi nemmeno quello. Resta un polemica sul poco o nulla che ha tenuto banco, per ore, nel dibattito politico nazionale. Degna appendice della farsa reggiana che ha tenuto col fiato sospeso per settimane, quella della presunta – e inesistente – banda di clown picchiatori.
Circo-stanze di casa nostra…