Siamo felici di non aver capito niente, circa i bond Firenze, e felici ancora di più se dal confronto immediato avuto con il vicesindaco, purtroppo solo attraverso twitter, la questione dei bond si è rivelata davvero, al di là della nostra svista, una forma di investimento utile per la città. Stamptoscana ringrazia dunque Dario Nardella per averci dato l'opportunità di capire fino in fondo la proposta e lo strumento. Vogliamo anche sottolineare che l'idea che i privati possano finanziare attività di utilità sociale ci sembra ottima.
Ma c'è un elemento critico che dobbiamo tornare a sottolineare. Le banche che finanziano attività di utilità sociale debbono ricavarne un reddito almeno sufficiente a ripagare i cittadini del prestito che hanno loro fatto acquistando le obbligazioni, nonché a coprire i loro stessi costi di gestione. Inoltre, entrambi (banche e cittadini) possono avere una remunerazione bassa (di poco ma comunque superiore ai titoli di stato) soltanto se è davvero senza rischi, perché altrimenti preferiranno i titoli di stato.
Tuttavia, poiché le attività sociali senza contributi pubblici sono di regola poco remunerative e, come qualunque altra attività, sono esposte al rischio di fallimento, chi si accolla i rischi?
Il punto che vorremmo che il candidato Nardella ci spiegasse è questo: il Comune potrà lanciare un progetto simile senza una qualche forma di finanziamento pubblico? O quantomeno farà da garante alle obbligazioni? …