Sono una trentina le parrocchie di Bologna che hanno risposto all’appello di Papa Francesco per aprire le porte ad un profugo. Le prime accoglienze inizieranno a gennaio. A spiegarlo è il vicario episcopale per la carità della curia bolognese, monsignor Antonio Allori.
«La nostra Chiesa bolognese, su indicazione del cardinale Carlo Caffarra, a settembre si è mossa per rispondere all’invito del Papa», dice Allori in una nota diffusa da Nettuno TV. «La scelta è stata di accogliere quelle persone che hanno superato il periodo di riconoscimento, da parte dell’autorità civile – continua Allori – del diritto all’accoglienza di tipo umanitario o allo stato di profugo». L’intervento della Chiesa «si pone a conclusione di questo iter, che spesso avviene dopo un anno circa di controlli ed esami. In quel momento le persone devono uscire dai centri e spesso si trovano sole. Ecco che la Chiesa bolognese si prende carico dell’inserimento».
La missione dell’arcidiocesi bolognese «non è offrire semplicemente una casa ma un ambiente accogliente, dove la parrocchia s’impegna nell’accoglienza sotto tutti gli aspetti. Le persone non hanno soldi, quindi ci si fa carico del mantenimento e in generale di stare vicino a queste persone finché non raggiungono le mete che si erano prefissate fuggendo dal loro Paese». Per adesso hanno dato risposta una trentina di parrocchie: «Le abbiamo già contattate tramite gli operatori Caritas e sono state ordinate per possibilità di accoglienza. Così, in accordo con la prefettura e i centri dove queste persone sono ospitate – conclude Allori – si comincerà a gennaio con le prime accoglienze effettive».