Firenze – Festa per la mortadella di Prato che ha ottenuto da poco il riconoscimento dall’Unione europea del marchio di indicazione geografica protetta (Igp). Un prodotto tipico e gustoso che nacque agli inizi del novecento a Prato dall’esigenza,di usare nel modo migliore le carni scartate dalle preparazioni degli insaccati,insaporendoli con le spezie e bagnandoli con l’alkermes, per poi bollirli in acqua.
Importante è l’uso nell’impasto delle carni, di questo liquore dal colore rossastro, anch’esso di produzione locale ( “ditta Nunquam”di Fabio Goti, con stabilimento nella zona di Tavola), che si ottiene ancor oggi, secondo un’antica ricetta del 1200 tramandata dalle Suore di Santa Maria de’Servi.
Il peso della mortadella di Prato è quasi sempre intorno al chilogrammo anche se sono previsti tagli diversi, va servita a temperatura ambiente,ed è perfetta se è gustata con i fichi, preferibilmente della varietà “Dottato” della località di Carmignano e con la “bozza” un pane locale molto conosciuto e apprezzato in città.
La presentazione della nuova star gastronomica è avvenuto a Palazzo Panciatichi nella sala del Gonfalone a Firenze, alla presenza del presidente dell’Assemblea Toscana, Eugenio Giani, del Vicepresidente del Consiglio regionale Mario Stella, del Sindaco di Prato Matteo Biffoni, dei consiglieri regionali Nicola Ciolini e Ilaria Bugetti, dell’assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi, dell’assessore comunale alla Semplificazione e alle Politiche economiche per il lavoro di Prato, Daniela Toccafondi, del Presidente della Camera di Commercio di Prato Luca Giusti, oltre ai rappresentati del Consorzio di Tutela.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questo importante traguardo”, afferma Eugenio Giani, “portato a termine dai “beccai di Prato” che attraverso il loro impegno hanno valorizzato la carne suina, che diventa sapore esclusivo grazie al liquore d’alkermes , significativo ed identificativo della nostra terra, in un’area geograficamente protetta”. “Un grande lavoro di squadra” per Marco Stella, che spiega “come lo stare tutti insieme per portare avanti i programmi che valorizzano la nostra terra, dà importanti risultati,ovvero risulta vincente il fare sistema che fa bene non solo alla politica, ai cittadini ma anche alle imprese, al lavoro e fa vincere le sfide del futuro”.
“La mortadella di Prato” aggiunge Biffoni,è il giusto riconoscimento alla testardaggine dei pratesi, perché la mortadella pratese era un prodotto di cui non si sentiva più parlare, ma grazie all’intuito e alla buona volontà di un gruppo di persone che hanno creduto nel prodotto e nelle sue intrinseche qualità, ecco che questa bontà è tornata sulle nostre tavole. Questa è una vittoria tutta pratese,perché va riconosciuto ai miei cittadini quella voglia di fare, di puntare all’eccellenza,che sono poi le caratteristiche che li hanno reso famosi nel mondo”.
Per il consigliere regionale Nicola Ciolini, “è importante che anche nel cibo abbiamo dimostrato una grande capacità di tradizione e cultura del territorio,un tema delle origini che dovrebbe essere sviluppato anche nelle scuole perché i bambini possano essere i primi fruitori del loro passato gastronomico e trasmetterlo alle generazioni future.”
Ilaria Bugetti, invece, riprende una frase ascoltata in sala, Trema Bologna, ovvero quando la qualità viene premiata a così alti livelli,non possiamo non pensare che forse un simbolo da esportare fuori i confini locali e che contraddistingua la laboriosità, il sacrificio e il valore delle nostre origini,possa essere anche la mortadella di Prato.”
Interessante anche l’intervento di Luca Giusti Presidente della Camera di Commercio di Prato,che ha puntato il dito sulle eccellenze del territorio pratese:vini,tessuti e ora anche il cibo di qualità,perché “di Prato non si parli solo di cose negative” e conclude l’assessore all’Agricoltura Marco Remaschi:”Questo non è un traguardo, ma un punto di partenza che vede in sinergia istituzioni,camera di commercio,produttori:una filiera che dà opportunità di crescita e di lavoro;una sfida continua perché tante sono le cose fatte ma che ancora dobbiamo fare,poniamoci traguardi ambiziosi,per puntare a far conoscere l’agroalimentare toscano di qualità non solo in Europa ma nel mondo e dunque brava Prato”.
A fine mattinata Carlo Conti del salumificio Conti ha ricevuto un’importante riconoscimento per aver rivisitato e attualizzato l’antica ricetta della mortadella di Prato, utilizzando materie prime sceltissime, in un equilibrio di sapori,in ossequio ai gusti di un consumatore moderno che non gradisce aromi troppo invasivi.