Una specie di sciopero a oltranza, ogni 15 giorni nel weekend, tra l’una e le quattro del mattino. E’ la protesta minacciata dai vigili urbani di Bologna, contro quella che i loro rappresentanti sindacali definiscono «un’aggressione messa in atto dal Comune di Bologna, che a luglio ha disdettato unilateralmente l’accordo sottoscritto un anno fa». Si parte la notte tra il 26 e il 27 settembre prossimi.
L’astensione dal lavoro, spiega il segretario della Fp-Cgil di Bologna Michele Vannini, «sarà articolata in modo da poterla portare avanti a lungo». La scelta dell’orario non è casuale, visto che «il Comune ci ha accusati di non voler fare più turni di notte — spiegano — accusa falsa ma a cui è stato dato grande rilievo».
Le questioni sul tavolo, precisa il rappresentante di Fp-Cgil Nevio Preti, «sono ben altre: in primo luogo il fatto che ai neoassunti per cinque anni non viene pagata la reperibilità B (quella per gli interventi dei vigili in caso di eventi calamitosi come i terremoti, ndr), il che vuol dire che si tolgono loro circa 90 euro al mese con la scusa che devono ancora essere formati». Poi c’è il problema dell’organizzazione del lavoro, che «viene decisa unilateralmente dal Comune e dal comando», e il terzo punto è quello della mobilità, «con il comando che sposta la gente a suo piacimento». Dal canto loro, Gianni Cavicchioli di Usb e Stefano Mingoia del Sulpl tengono a precisare che la Polizia municipale «non è in guerra contro la città, ma contro l’amministrazione», e auspicano che «il sindaco Virginio Merola, che in quattro anni non ci ha mai incontrati, riapra il tavolo e venga a sentire le nostre ragioni».
Oltre allo sciopero, i sindacati metteranno in atto anche altre forme di lotta meno ortodosse: «A partire dalla prossima settimana — spiega Vannini — chiederemo degli spazi ai centri sociali per incontrare i cittadini, spiegare le nostre ragioni e insegnare loro come tutelarsi al meglio contro i criminali come i truffatori». Inoltre, prosegue l’esponente della Fp-Cgil, «faremo un appello ai cittadini, ma soprattutto ai consiglieri comunali, agli assessori e al sindaco, perché, come si fa nel progetto `Vip´ (Vieni in pattuglia), vengano con noi in pattuglia per rendersi conto di cosa facciamo». Infine, per non far perdere soldi a chi sciopererà, i sindacati istituiranno «un fondo di solidarietà, a cui contribuiranno i colleghi che non potranno fare sciopero, in modo che chi si asterrà dal lavoro non venga danneggiato economicamente».