Momenti ad alta tensione questa mattina a Bologna nei pressi del campo nomadi di via Erbosa per la visita del segretario della Lega Nord Matteo Salvini. Visita che dopo giorni di discussioni e tensione – e incertezza sull’autorizzazione della prefettura che alla fine è arrivata – si è trasformata nella polemica politica del giorno.
I fatti. Un piccolo gruppo di appartenenti alla Lega Nord – in attesa dell’arrivo di Salvini – era arrivato con un cartello per raccogliere firme per chiudere i campi nomadi. Alcuni giovani dei centri sociali glielo hanno preso e strappato. Nessun contatto, ma insulti e urla. I militanti della Lega sono stati accompagnati dietro al cordone della polizia in assetto antisommossa.
Al momento dell’arrivo del leader leghista la sua auto è stata assalita a calci e pugni. L’autista ha accelerato facendo cadere due giovani che cercavano di fermare la vettura. Uno era salito coi piedi sul tetto. L’auto è fuggita, con il lunotto distrutto e il cofano ammaccato, seguita a piedi da manifestanti.
La vettura dell’europarlamentare si era fermata a poche centinaia di metri dal campo rom di via Erbosa a Bologna per decidere cosa fare, visto che l’ingresso era presidiato da una cinquantina di ragazzi dei centri sociali guardati a vista dalle forze dell’ordine. Il segretario della Lega si era fermato insieme al sindaco di Bondeno (e candidato alla presidenza della Regione) Alan Fabbri e alla consigliera comunale Lucia Borgonzoni nel parcheggio dell’Hippobingo di via dell’Arcoveggio. Qui è stato raggiunto da alcuni contestatori, che hanno iniziato a lanciare slogan contro di lui. A questo punto Salvini è salito sulla sua auto, sempre accompagnato da Fabbri e Borgonzoni, ma alcuni ragazzi hanno tentato di sbarrargli la strada, salendo anche sulla macchina.
REAZIONI
“Sassate sulla macchina, calci, pugni e sputi. Se questa è la Bologna democratica e accogliente, dobbiamo liberarla”. Con questo post e la foto dell’auto danneggiata Matteo Salvini ha commentato su facebook l’aggressione dei centri sociali che lo attendevano al varco al campo Sinti di via Erbosa. Poi ha aggiunto: “Siamo stati circondati: se non fossimo andati via c’avrebbero ammazzato. Siamo stati aggrediti da questi balordi, già noti alle forze dell’ordine. Le immagini parlano chiaro: se fossimo rimasti ci avrebbero massacrato”. Il segretario della Lega ha incassato la solidarietà del suo predecessore nonché presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni.
Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha commentato così: “Condanno l’atto violento ai danni dell’europarlamentare Matteo Salvini ed esprimo solidarietà e vicinanza alle persone rimaste contuse. Vorrei però che le campagne elettorali fossero libere da gesti e azioni che possano provocare tensioni e scontri che ricadono ingiustamente sulla nostra città”.