Bologna, 4 marocchini espulsi: inneggiavano alla jihad

Espulsione decisa dal Viminale: trovato in loro possesso materiale di propaganda jihadista e istruzioni per la guerriglia urbana.

Sono stati espulsi dall’Italia quattro cittadini marocchini residenti da anni nel bolognese. Si tratta dei primi provvedimenti di questo genere dopo i fatti di Parigi.
I quattro risultano indagati dalla procura di Bologna in un’inchiesta sul terrorismo islamista che coinvolge una decina di persone, aperta nel 2010. L’inchiesta ipotizza il reato di «addestramento o comunque istruzioni sull’uso di esplosivi o armi da fuoco, sostanze chimiche e batteriologiche con finalità terroristiche».

Gli espulsi si chiamano Abdelali Bouirki, Adelkrim Kaimoussi, Mourad El Hachlafi e Said Razek. Dalla mattina di lunedì la Digos — su indicazione del Viminale e con il nulla osta della Procura — sta eseguendo le espulsioni. I quattro erano già stati perquisiti. Nelle loro abitazioni erano stati trovati dei materiali cartacei e video che inneggiavano alla jihad.

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha firmato il decreto di espulsione dei quattro marocchini monitorati da tempo dall’ufficio anti terrorismo della polizia di Stato. «I marocchini – dice Alfano in una nota diffusa dal Viminale – erano indagati per associazione con finalità di terrorismo, anche internazionale. Ho firmato questo decreto per motivi di sicurezza dello Stato. Si tratta infatti di quattro soggetti che, a vario titolo, hanno aderito e si impegnavano per la diffusione dell’estremismo violento». Poi, spiega: «Uno era l’informatico del gruppo, che diramava on line pratiche religiose e proclami ideologici di orientamento jihadista, canti celebrativi di atti di martirio, manuali sulle tecniche di combattimento e per la realizzazione di attentati. Un altro navigava sul web alla ricerca di contenuti inneggianti all’odio verso l’Occidente e celebrativi della violenza quale strumento di affermazione dell’Islam. Un altro ancora manifestava la sua adesione all’ideologia più radicale concorrendo alla diffusione di contenuti funzionali alla formazione operativa degli altri sodali. E infine l’ultimo era strettamente legato al primo, l’informatico, con il quale condivideva la visione estremista dell’Islam».

Nel corso di perquisizioni era stato trovato in possesso degli espulsi materiale di propaganda jihadista, un libretto tecnico operativo per la guerriglia in città, indicazioni per la fabbricazioni di esplosivi e una sorta di manuale scaricato da internet dove si illustra come fare un attentato alla sede della Banca Centrale Europea.

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