La provincia di Bologna ha superato i 96mila disoccupati, registrando un aumento del 13% rispetto a fine dicembre 2013 e del +138% in confronto con la fine del 2008, annus horribilis e inizio della crisi economica internazionale. È il bilancio fatto dalla Cisl di Bologna al termine di un 2014 “in cui siamo ancora in una forte crisi. I dati sono molto negativi, e per la disoccupazione si registra un record storico, è un dato impressionante”, ha detto Alessandro Alberani, segretario cittadino della Cisl. Nel 2014 tra i disoccupati, circa un terzo dei totali ha tra i 16 e i 34 anni. Il 38,3%, invece, è nella fascia d’età 45-64 anni. I numeri sono negativi anche per l’economia cittadina: nei primi sei mesi dell’anno infatti le iscrizioni all’anagrafe delle imprese è scesa del 22,8% rispetto allo scorso anno, e le cancellazioni sono diminuite del 28,1%.
“Questa è una fotografia della crisi che ci preoccupa – ha spiegato Alberani. Questa è la vera priorità”. In tema di lavoro, secondo il segretario “è necessaria la solidarietà, infatti in tutti i paesi in cui si procede alla diminuzione degli orari di lavoro è aumentata l’occupazione: lavorare meno e lavorare tutti credo che possa essere un giusto slogan per incrementare complessivamente l’occupazione”. Il segretario bolognese si dice comunque “fiducioso per alcuni segnali che danno delle speranze al settore economico, come gli investimenti della Philip Morris, gli accordi nelle aziende Bredamenarini e Ducati e il progetto del parco agroalimentare Fico”.
Numeri positivi riguardano poi l’export (cresciuto nel Bolognese del 3,9%), il turismo (con aumenti degli arrivi del 5,3%) e l’aumento dei passeggeri dei voli nazionali (+5,6%) e internazionali (+4,8%) all’aeroporto Marconi. Per rispondere alla crisi la Cisl avanza alcune proposte, tra cui favorire un migliore utilizzo delle risorse dei fondi europei, completare il percorso del Jobs act, contrastare le false partite Iva e il lavoro associato in partecipazione, utilizzare il contratto a tutele crescenti e incrementare gli investimenti per ricerca e innovazione.