Si è chiuso con una brutta sorpresa e all’insegna del caos il congresso della Cgil di Bologna. Il segretario uscente (e ricandidato) Danilo Gruppi ha ritirato la propria candidatura. Nella sua relazione introduttiva di lunedì Gruppi aveva annunciato che intendeva il congresso come unitario, lasciandosi lo spazio per un passo indietro nel caso si fosse prospettata una situazione diversa.
Infatti, al termine di una giornata di trattative con le varie anime della Camera del lavoro (all’opposizione di Gruppi la Fiom ma non solo), il segretario ha annunciato la sua scelta: ritirare la candidatura. Toccherà ora al livello nazionale cercare di sbloccare la situazione, convocando i membri del direttivo per verificare le possibilità di una soluzione.
Annunciando il proprio diniego alla ricandidatura, Gruppi ha parlato di “una discussione inquinata da dinamiche non del tutto trasparenti”. L’appello all’unità da parte del segretario uscente è caduto nel vuoto, ma Gruppi se ne è in sostanza assunto la responsabilità.
“Rispetto personale e politico a Danilo Gruppi, segretario generale della Cgil di Bologna, che al congresso ha deciso di fare un passo indietro e di non ricandidarsi per il secondo mandato”. Il messaggio arriva da Bruno Papignani, leader della Fiom in Emilia-Romagna, che sul suo profilo Facebook ha commentato a caldo la decisione di Gruppi.
I rapporti tra i due, negli ultimi tempi, erano diventati sempre più difficili. Dopo l’accordo sulla rappresentanza, che ha fatto infuriare la Fiom e ha scatenato lo scontro nazionale tra Susanna Camusso e Maurizio Landini, lo schema si è replicato anche a livello locale. Papignani e Gruppi non si sono risparmiati e agli appelli dell’ormai ex segretario Cgil all’unità, il leader Fiom ha sempre risposto picche. Fino all’esito finale.