Ultimo saluto a Palazzo d’Accursio per la voce storica degli Skiantos, Roberto “Freak” Antoni, scomparso mercoledì dopo una lunga malattia a soli 59 anni. Mezzo mondo musicale italiano è passato negli ultimi due giorni nel cortile del municipio di Bologna, dove è stata allestita la camera ardente per salutare il cantante, poeta e scrittore che Bologna ricorderà (anche) con un concerto in piazza Maggiore. L’ha promesso il sindaco Virginio Merola, aggiungendo che a Freak Antoni verrà dedicata una via o un giardino.
“Freak non è un pezzo di Bologna che se va ma un pezzo che resta vivo – è il ricordo del sindaco, Virginio Merola. È stato un poeta di finezza politica e anche la nostra città gli ha dato conferma che non c’è gusto a essere intelligenti in Italia. È certo che faremo un concerto, gli dedicheremo una via o un giardino. Largo all’avanguardia e che lassù il Signore dei dischi lo faccia lavorare molto”.
Tra i tanti artisti che sono andati a porgere l’ultimo saluto un commosso Elio, Samuele Bersani, Luca Carboni, l’amica di una vita Milena Gabanelli, Gaetano Curreri degli Stadio oltre ovviamente alla compagna Alessandra Mostacci e alla figlia quindicenne Margherita. Alle 14 il feretro è uscito dalla camera ardente accompagnato da un lungo applauso.
UNA VITA A RITMO DI PUNK
“Se non altro la malattia mi ha fatto smettere con la droga”, scherzava un anno fa Freak Antoni, che nel 2012 lasciò gli Skiantos dopo 35 anni insieme per dedicarsi alla carriera da solista. L’eccesso, l’eroina, la provocazione, sono stati la cifra stilistica di una vita sempre vissuta di corsa, ma anche sempre con grande ironia. Del resto, il suo è stato il primo vero punk italiano. Quando nel 1977 nacquero gli Skiantos, furono qualcosa a cui il pubblico nostrano non era preparato, troppo semplicistico derubricarli a band demenziale. Nel 1979, in un concerto al PalaDozza rimasto nella storia, salirono sul palco senza suonare, e si misero a cucinare spaghetti. Mentre gli spettatori, infuriati, lanciavano di tutto Freak Antoni rispondeva con l’ormai celebre frase: “Questa è avanguardia, pubblico di merda”.
Gli Skiantos erano, tra le altre cose, quelli che già 20 anni fa dicevano fosse inutile pretendere qualcosa “da un paese che ha la forma di una scarpa” o che gridavano “Brucia le banche, bruciane tante”.
E Freak Antoni, autore di questi e tanti altri celebri aforismi, ne era il bardo e cantore, ed ha sempre conservato la convinzione di meritare di più di quel che poi il mercato discografico ha riservato a questi “35 anni di grandi insuccessi”, come li definiva lui abituato a tutto tranne che a prendersi sul serio.