Pare ormai cosa fatta l’assunzione di 158 maestre comunali delle scuole dell’infanzia di Bologna, tra quelle che hanno superato il concorso di aprile. Sono giorni decisivi per la risoluzione dell’intoppo burocratico che aveva impedito al Comune di dare corso alla prima tranche di assunzioni a tempo indeterminato, con il contratto enti locali, delle maestre precarie. La chiave di volta è contenuta nel decreto “enti locali” licenziato giovedì sera dal Consiglio dei ministri, anche se a Palazzo d’Accursio per prudenza si attende di leggere l’esatta formulazione del testo una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
“In ogni caso, se la dicitura della modifica necessaria per assumere le maestre non fosse chiara – dice Francesca Puglisi, senatrice Pd e responsabile Scuola della segreteria nazionale del partito – mi impegno personalmente ad intervenire in sede di emendamenti, quando il decreto passerà alle Camere per la conversione in legge. L’ho già assicurato anche all’assessore all’istruzione, Marilena Pillati. Questa era una delle richieste più precise e nette da parte dell’Anci”.
Si tratta, in pratica, di prevedere un’eccezione per le maestre alla norma che impone di collocare nel 2015 e 2016 il personale soprannumerario delle Province, limitando quindi i vincitori di concorsi comunali al 2014. Non esistono però maestre provinciali, e per questo è stata chiesta dall’Anci una deroga prevista nell’ultimo decreto uscito dal Consiglio dei ministri.
“In base ai nostri calcoli, 158 insegnanti verrebbero assunti in due anni – spiega l’assessore alla Scuola Marilena Pillati – di cui circa la metà dal primo settembre 2015. Questa operazione è compatibile col bilancio del Comune di Bologna”. Anche perché le maestre assunte a tempo indeterminato occuperanno spesso un posto che hanno già rivestito per anni come personale a tempo determinato: il precariato nella scuola materna comunale ha infatti raggiunto punte del 40%.
Una buona notizia che non spegne la protesta contro la riforma della scuola voluta dal governo. Ieri sera alle 20 è finito lo sciopero della fame a staffetta che si è tenuto sotto il ginkgo biloba di largo Respighi, con un centinaio di persone che per 8 giorni, 24 ore al giorno, hanno presidiato il punto di volantinaggio e protesta a turno. Oggi la staffetta passa a Ferrara, mentre da domani ci sarà un sit-in dalle 17 alle 18 davanti al provveditorato, ogni giorno, dietro allo striscione “Fermatevi”.
Per giovedì prossimo alle 15, in concomitanza con la partecipazione del sottosegretario alla scuola Davide Faraone ad un convegno organizzato dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione, sta già prendendo forma l’organizzazione di un “concerto di pentole”. Lo slogan dice tutto: “Suoniamole a Faraone”.