Firenze – La Bolkestein slitta ancora, causa di un emendamento (che vede come secondo firmatario il deputato toscano Lorenzo Becattini) e i termini del rinnovo di scadenza delle concessioni su area pubblica passano dal 2018 al 2020.
Soddisfazione da parte di Assidea, l’associazione di ambulanti uniti dalla battaglia contro la Bolkestein che per primi hanno messo in piazza una grandissima mobilitazione contro l’applicazione della direttiva europea al commercio ambulante. “Sono stati giorni intensi, ma alla fine ce l’abbiamo fatta – si legge in un post sulla pagina Facebook dell’associazione – È stato approvato dalla commissione bilancio l’emendamento che proroga le nostre concessioni al 31/12/2020, ma soprattutto è stato inserito il criterio che premia chi lavora direttamente sui mercati! È il primo passo per poter uscire definitivamente dalla direttiva BOLKESTEIN”.
Di tutt’altro avviso è Anva Confesercenti: “L’emendamento – spiega la nota – rinvia solo i termini delle concessioni ancora non rinnovate, lasciando nella più totale ed immotivata incertezza tutti quegli operatori che – obbedendo alla normativa – hanno già terminato la procedura. Questo comporterà ulteriori assurde conseguenze: oltre al disallineamento temporale fra concessioni già assegnate e concessioni da assegnare, i due gruppi avranno anche criteri di selezione diversi. Chi ha già partecipato ai bandi emessi dalle regioni più virtuose, che hanno completato le procedure nei termini inizialmente stabiliti, vedrà applicarsi i criteri previsti dall’Intesa del 2012, mentre le concessioni da assegnare verranno valutate con altri parametri. Una differenza inaccettabile, una vera e propria assurdità politica che si somma ad una giuridica: il provvedimento, infatti, limita la libertà di impresa e relega incredibilmente il settore a fenomeno di natura sociale, il cui unico scopo è garantire l’occupazione. La categoria viene di fatto completamente marginalizzata, come avvenne nel periodo del ventennio. Senza alcun vero motivo, se non per una logica clientelare che punta ad accontentare chi grida di più, anche al costo di fare disastri: un’operazione di cui il governo dovrà assumersi la responsabilità. Auspichiamo che si tratti di un passo falso, e che l’esecutivo possa intervenire in extremis per correggere questa stortura: c’è ancora tempo. Se ciò non dovesse avvenire, a questo punto si deve prendere l’impegno di escludere una volta per tutte il settore dal campo di applicazione della direttiva Bolkestein, già a partire dalla prossima legislatura”.