Firrenze – Giovanni Boccaccio è stato spesso considerato scrittore licenzioso, perfino immorale. Ma il grande certaldese, sottolinea Monika Antes nel suo recente libro Giovanni Boccaccio e le donne uscì dalla visione filosofica della donna angelicata per studiare a fondo la psicologia femminile e fece delle donne le protagoniste delle sue opere più importanti.
Partendo da un’analisi della società medievale toscana, l’autrice prende in esame in particolare l’Elegia di Madonna Fiammetta, il Corbaccio e lo stesso Decamerone, per mostrare differenze e analogie tra le figure femminili lì presenti. Ripercorrendo la biografia di Boccaccio, emerge un’evoluzione complessa nel suo rapporto con la donna, in cui ammirazione e rispetto si alternano talvolta a punte di radicale misoginia. Ma il saggio coglie soprattutto, in modo particolarmente incisivo, come l’amore e i rapporti fra i sessi fossero considerati e vissuti nella società fiorentina del Trecento. Vi troviamo sentimenti, eros, passioni travolgenti e altrettanto cocenti delusioni. Donne astute, intrepide, altre sottomesse, ingannate. Insomma un affresco con molte sfaccettature che evitano sempre una visione stereotipa, convenzionale e delineano per la prima volta nella letteratura italiana, una forte soggettività femminile.
Abbiamo intervistato l’autrice Monika Antes , una delle più importanti studiose di Dino Campana e della letteratura italiana fra Ottocento e Novecento. L’autrice tedesca si è interessata anche di importanti figure femminili scrivendo i saggi Tullia d’Aragona: cortigiana e filosofa e “Amo, dunque sono”. Sibilla Aleramo, pioniera del femminismo in Italia.
Perché considera Boccaccio un esperto della psicologia femminile?
“Boccaccio era un vero rivoluzionario perché ha descritto senza limiti morali i desideri della donna al contrario di Dante ( ricordiamo Beatrice) e Petrarca con Laura, che avevano dedicato le loro opere ad una donna idealizzata e non raggiungibile. Boccaccio invece parla di una donna emancipata che, per esempio Fiammetta, ha un rapporto molto aperto con suo marito dicendole che ha un amante che l’accetta senza problemi.
E perché il Decamerone è dedicato alle donne?
“Nel suo proemio Boccaccio dice esplicitamente al lettore chi sono i fruitori del suo libro: è un libro scritto per le donne, e cioè per le donne che amano e tengono l’amorose fiamme nascoste, le quali, a differenza degli uomini, non possono distrarsi andando a cavallo o a pesca perché le attività fuori della casa sono vietate per le donne.
Come appare la donna nel Decamerone?
“Boccaccio mette in scena nel suo Decamerone una donna emancipata che realizza i suoi desideri secondo la propria volontà, prendendo l’iniziativa da se stessa e che è spesso molto fuori delle norme della società. Tutto ciò nel XIV secolo è una grande provocazione”.
Ma come era la condizione della donna nel XIV secolo e cosa ne pensa Boccaccio?
“La donna era sposata dal padre e doveva rimanere nella casa, con nessuna possibilità di divertirsi. Lei era responsabile per i bambini e doveva vivere quasi in un “carcere orientale” come ha detto molto più tardi la femminista Sibilla Aleramo (1876 – 1960)”.
Lei scrive che le opere di Boccaccio sono più vicine a quelle contemporanee che a quelle medievali. Perché?
“Secondo me Boccaccio può essere visto come un tipo di giornalista della stampa gossip di oggi, perché non rispetta nessun tabù nelle sue descrizioni e parla delle cose come sono: per fare un esempio, nella sua novella della terza giornata, novella prima, Masetto da Lamporecchio si fa mutolo e diviene ortolano di uno monastero di donne, le quali tutte concorrono a giacersi con lui”.