Blocco sfratti, il Tribunale di Trieste chiama in campo la Corte Costituzionale

Firenze – Blocco degli sfratti, il Tribunale di  Trieste investe, nella persona del giudice dell’esecuzione, della questione la Suprema Corte, sollevando l’eccezione d’incostituzionalità del provvedimento, pur preso in piena pandemia e con i Comuni sotto scacco per quanto riguarda da un lato la necessità di non lasciare persone per strada visto gli alti rischi di focolai dovuti all’eccezionale capacità di diffusione del tristemente noto Covid-19, dall’altro l’assoluta insufficienza di soluzioni per mettere in atto il principio del passaggio da casa a casa, che solo potrebbe salvaguardare il generale diritto alla salute.

L’iniziativa del Tribunale di Trieste vede il fuoco di sbarramento dell’Unione Inquilini, il cui segretario di Firenze Pietro Pierri, raggiunto a  telefono da Stamp, dichiara che il sindacato, “con pieno affidamento alla Consulta rappresenterà dinanzi al Giudice delle Leggi le proprie deduzioni”.

Pietro Pierri

“La sollevata questione di  incostituzionalità è mera  compiacenza nei confronti degli interessi sottesi a settori, che si celano dietro alle ragioni del ricorrente nel merito che ha sollevato l’eccezione – spiega Pierri, rispondendo alle nostre domande – la decisione si basa su di una vera e propria ideologia di assolutezza della proprietà di sapore  ottocentesco, cioè di un’epoca nella quale la proprietà fu conquista di libertà e d’emancipazione. E’ invece con la Costituzione Repubblicana che cambia radicalmente la prospettiva. Il nostro ordinamento si fonda  sul lavoro e non sulla rendita, quest’ultima trova  certamente  tutela ma degrada rispetto ad altri valori in ragione del rispetto della funzione sociale ad essa assegnata dai costituenti. Pertanto è da respingere la comparazione degli interessi assunta dal giudice rimettente che non ha voluto  cogliere la differenza tra chi avendo almeno un tetto e  dispone di altro cespite e chi invece dispone solo delle sue braccia, spesse volte rimaste disoccupate in questo periodo di crisi sanitaria ed economica”.  Per quanto riguarda le forme di ristoro previste dall’ordinamento, continua Pierri,  “ci riferiamo ad esempio al Fondo di sostegno di cui alla L n. 124 del 2013”.  In conclusione,  “l’Unione Inquilini sosterrà con massima determinazione un provvedimento di civiltà costituzionalmente indirizzato e fondato sui diritti inderogabili della salute, della sicurezza, della  solidarietà sociale ed anche economica. Con pieno affidamento alla Consulta rappresenteremo dinanzi al Giudice delle Leggi le nostre deduzioni. Certamente non mancheremo di fare  ricorso ad ogni legittima mobilitazione, nella certezza della larga condivisione delle buone  ragioni,  alla base della sospensione degli sfratti nella forma contemperativa adottata dal legislatore”.

 

 

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