Pisa – Dimenticate il joystick. Adesso un drone può essere controllato direttamente attraverso i movimenti del corpo umano: una persona flette, si inchina, si sposta, incurva il busto e il drone vola, seguendo le indicazioni di chi lo comanda.
Non è fantascienza ma poco ci manca; è la nuova frontiera di studio presentata nel paper “Data-driven body–machine interface for the accurate control of drones”, pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) da un gruppo di scienziati dell’École Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), di cui fanno parte anche Silvestro Micera e Fiorenzo Artoni dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna.
Lo studio dimostra come una persona possa sfruttare il movimento del proprio busto per pilotare un drone e per determinare quali movimenti siano più naturali e intuitivi. “Il nostro obiettivo – commenta Jenifer Miehlbradt, principale autrice del paper e ricercatrice del Translational Neuroengineering Laboratory di EPFL gestito da Silvestro Micera – è di progettare un metodo di controllo semplice da imparare e che permetta a chi lo utilizza di concentrarsi su aspetti più importanti, come per esempio le operazioni di soccorso”.
I test effettuati su 39 persone hanno dimostrato come il controllo del drone attraverso il movimento del busto garantisca maggiore affidabilità e precisione rispetto al controllo tramite joystick. Oltre a quest’aspetto, il sistema consente di lasciare le altre parti del corpo (testa, braccia, gambe, mani, piedi) libere di eseguire altre azioni.
“L’analisi dei dati – commenta Silvestro Micera – ci ha permesso di sviluppare un approccio molto semplice e intuitivo, che potrebbe essere utile anche in altri contesti”. I prossimi passi sono di rendere il sistema completamente indossabile. La gamma di applicazione è vasta, include i simulatori di volo per pilotaggio droni e forse anche gli aerei del futuro.