Firenze – Si è appena chiusa a Firenze la kermesse dedicata al mondo del biologico, ma resta aperta la questione dei controlli sui cibi biologici o sedicenti tali, in particolare provenienti da Paesi non europei. L’allarme, sotto forma di raccomandazione, è giunto in questi giorni dalla Corte dei Conti europea, che invita a rafforzare i controlli, come riporta una nota della Coldiretti, sui prodotti biologici importati. Una buona fetta, dal momento che nel 2018 hanno raggiunto il quantitativo record di 3,4 miliardi di chili. Dalla Cina ne sono giunti 415 milioni di chili, che segnalano il Paese del Dragone come il principale fornitore di prodotti biologici in Europa. La relazione speciale della Corte dei Conti Ue su “Il sistema di controllo per i prodotti biologici” è stata pubblicata il 14 marzo scorso.
Una relazione, quella della Corte europea, che sottolinea anche alcuni miglioramenti avvenuti sul fronte dei controlli, ma che continua a segnalare, come denunciano dalla Coldiretti, “l’insufficienza delle verifiche sui prodotti bio che sbarcano nella Unione Europea da più di 100 diversi Paesi terzi. La Corte dei Conti Ue – precisa la Coldiretti – segnala “debolezze nei controlli svolti dagli Stati membri sulle partite in entrate”, e sottolinea anche “che in alcuni Stati membri controlli espletati” “risultano incompleti”. Da qui la raccomandazione alla Commissione Ue di migliorare la vigilanza sull’import anche attraverso una maggiore cooperazione con gli organismi di accreditamento e con le autorità competenti”.
Fra i sistemi più sicuri di controllo, la Corte dei Conti europea sottolinea la tracciabilità dei prodotti, perché, secondo quanto scrivono i giudici e riporta la nota della Coldiretti, per molti di questi “non è stato possibile risalire al produttore agricolo”.
“Per stabilire se un prodotto è veramente bio, secondo l’organismo Ue, non ci sono test scientifici – continua la nota – quindi è fondamentale l’azione di controllo per garantire i consumatori, che tra l’altro pagano per il marchio bio prezzi più elevati rispetto ai cibi convenzionali”.
Il pronunciamento dei giudici europei è importante per l’Italia, dove nel 2018 si è registrato un aumento del 10% negli acquisti di alimenti biologici, chefiniscono nel carrello del 64% degli cittadini del Belpaese, secondo quanto riportato dalla Coldiretti. Tra questi, “un 22% li acquista regolarmente e un 42% qualche volta”, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe. Ma l’Italia ha anche il record europeo per quanto riguarda il numero di imprese che coltivano biologico, quasi 65mila aziende (64.210) su 1.795.650 ettari di terreno che, sostiene la Coldiretti, “subiscono la concorrenza sleale delle importazioni extracomunitarie”.
I numeri dicono che all’aumento dell’interesse per il biologico ha corrisposto l’aumento del rischio frodi, “con le notizie di reato che sono quintuplicate rispetto all’anno precedente”, secondo un’analisi Coldiretti su dati Icqrf, in cui si sottolineano le “88 notizie di reato nel 2018 rispetto alle 19 nel 2017, in molti casi inerenti a falsi prodotti biologici importati dall’estero”.
“E’ necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi terzi anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, suggerendo che i prodotti biologici immessi nel nostro sistema vengano fatti oggetto “non solo di verifiche documentali, ma anche di ispezioni fisiche e controlli analitici”.
Un passo importante nel settore controlli sarebbe quello di “risolvere il problema del conflitto di interessi tra operatori controllati e organismi di certificazione, anche rispetto a quote di partecipazione di minoranza”. In quest’ambito, la Coldiretti non manca di ricordare il fatto che, grazie alla propria attività, “sia caduto il segreto di Stato sui cibi stranieri che arrivano in Italia e sarà finalmente possibile conoscere il nome delle aziende che importano gli alimenti dall’estero con lo storico pronunciamento del Consiglio di Stato del 6 marzo 2019 sull’accesso ai dati dei flussi commerciali del latte e dei prodotti lattiero caseari oggetto di scambio intracomunitario e provenienti dall’estero, detenuti dal Ministero della Salute e fino ad ora preclusi per ragioni pretestuose”.