Bill Viola e Michelangelo: tecnica e genialità

"Sono onorato e ho tanto dirvi, ma mi sento umile davanti a lui – David – e a voi”. Ha esordito così, martedì scorso,  il grande Bill Viola, atteso da un anno alla galleria dell’Accademia. Invitato da Franca Falletti e Bruno Corà a spiegare cosa è per lui la “Pratica artistica” cioè il fare arte,  il video artista americano ha parlato a lungo, emozionato e coinvolgente a un pubblico che non perdeva una parola, in gran  parte giovani studenti di varie nazionalità. “Mi rivolgo a voi giovani: questo è un momento molto speciale, perché possiamo usare ogni tipo di tecnologia per creare, senza restrizioni. E’ vero, attraversiamo una crisi anche spirituale, il mondo va a pezzi ma per voi giovani può essere positivo: quando le vecchie foreste cadono, ecco che si vede di nuovo la luce”.
Non capita spesso di sentire un artista così affermato esprimersi con tanta sincerità, facendo leva sul sentimento e appellandosi alle filosofie orientali. Viola ha pronunciato più volte la parola “cuore”, un organo che conosce la differenza tra bene e male, per contrapporla al “cervello”, perché è dal cuore che i giovani possono iniziare una rivoluzione. Mentre parlava, sul maxischermo che nascondeva il David, affioravano le immagini di sue opere video: “Departing Angel”, “The Quintet of the astonished” e l’incantevole “Three women”.  Viola ha proseguito spiegando che “creare immagini e portarle nel mondo è importante, anche se è un compito che spaventa”, e intanto sullo schermo i volti e i corpi di cinque personaggi si muovevano e alteravano al rallentatore, accrescendo impercettibilmente la tragicità della scena.
Tornando all’uso della tecnologia, che è la sua magistrale pratica creativa, l’artista ne ha ribadito la pericolosità, perché questa è una delle forze, assieme alla rivelazione, che influenzano la vita. Ma curiosamente Viola non è mai sceso nei dettagli delle tecniche sofisticate che lui usa per ottenere effetti così emozionanti. Come quelli del video conclusivo, dedicato all’acqua che è l’elemento fondamentale del suo lavoro. In lontananza appaiono tre esili figure di donne, poco riconoscibili e grige. Pian piano che avanzano, arrivano al punto di attraversamento di un velo d’acqua scrosciante, e allora si rivelano a noi le loro fattezze e i loro colori, solo per brevi attimi, perchè poi ritornano al di là della scintillante cortina  Metafora del corporeo e l’incorporeo, un modo di evocare il transito delle anime con delicatezza.
Concludendo la sua conferenza, Bill ha ricordato il suo apprendistato nello studio di Maria Gloria Bicocchi (figlia di Primo Conti), nei primi anni settanta, proprio nella stessa strada a pochi metri dalla Tribuna. E’ lì che si è formato, facendo video per gli artisti emergenti, e dice di dovere all’arte rinascimentale molto di quello che è oggi. Durante la nostra conversazioner, Bill mi ha raccontato un aneddoto della sua infanzia che spiega la sua magnifica ossessione per l’acqua: un aneddoto così fantastico ed enigmatico, che è meglio rimanga per il momento, misterioso!

Foto courtesy Bill Viola: Tristans ascension

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