Firenze – Molto critica la posizione del 5 stelle, soprattutto sui tempi e sulle modalità con cui è stata affrontata la discussione del bilancio regionale. Irene Galletti (foto) e Silvia Noferi, consigliere regionali del Movimento 5 stelle spiegano le ragioni del loro voto contrario.
“È difficile descrivere, a chi ci osserva da fuori, il metodo attuato da questa Giunta per governare la Toscana. L’iter di preparazione alla discussione del bilancio della Regione, quest’anno, è stato ancora più tardivo e caotico del solito. Questo chiaramente non ha consentito un armonico svolgimento della funzione democratica e sovrana del Consiglio, ma è stato anche in parte lesivo della dignità delle opposizioni.”
Partiamo da un buco di bilancio di circa 330 milioni in sanità. Per mesi il Presidente Giani ha cercato di travestire il concetto di buco di bilancio con alcune trovate semantiche notevoli “se sarà un buco lo vedremo poi a giugno” ha detto, salvo poi buttare qua e là ipotesi di nuove tasse. Quando l’Irpef, quando il bollo auto, senza però mai trovare sponde, apparentemente neanche tra i banchi della maggioranza. Intanto il tempo è passato e siamo arrivati a dicembre, quando finalmente gli assessori regionali hanno avuto piena contezza di quello che sarebbe accaduto al loro portafoglio.
Ad un certo punto il presidente Giani si è inventato un concetto sorprendente, quello del “Bilancio in itinere”; una trovata semantica per spiegarci, nella sostanza, che nei prossimi mesi vivremo alla giornata. E serve un grande coraggio per dire al mondo della disabilità, ad esempio, che il loro progetto di “Vita Indipendente” dipende da un “Bilancio alla giornata”.
Un bilancio che rinnova con vigore la stagione dei tagli, con la promessa che verranno fatti aggiornamenti in corsa e la scusa – più o meno – è che l’emergenza sanitaria ha reso imprevedibile qualsiasi gestione. Può darsi. Eppure di soldi ne sono stati elargiti tanti in questo anno, spesso a pioggia, senza vincolo a specifici progetti o misuratori di risultati, e in certi casi anche in favore di chi non ne aveva poi così tanto bisogno. Recentemente, ad esempio, un’associazione di categoria che rappresenta molte piccole imprese in Toscana, si è lamentata dei 500mila euro dati a fondo perduto e senza impegni alla multinazionale che detiene il marchio Louis Vuitton. Spiccioli per un’azienda che lo scorso anno ha fatturato 45 miliardi e che avrebbe investito in Toscana solo per il ritorno di immagine che la nostra regione restituisce nel mondo, nel settore della moda. Soldi tra l’altro che si accompagnavano ad integrazione di un altro bonus del governo.
Saremo un po’ populisti, magari, ma ci vengono in mente tante altre situazioni più opportune per investire quei soldi, e a mio avviso con una maggior ricaduta di benefici sul territorio. Pensiamo ad esempio ad un maggior aiuto al settore fieristico ed alle imprese turistiche, agli esercenti delle nostre città: le poste a sostegno di questi settori sono state fortemente ridotte.
E sono davvero tanti i progetti che verranno accantonati, tanti altri invece rimarranno sospesi nel tempo. Per un po’ saremo costretti a vivere alla giornata sulla promessa che per certi settori – con tutti i se del caso – forse i soldi ci saranno. Ma forse no.
C’è stata anche poca attenzione nei confronti degli enti locali, tra l’altro, scarsamente coinvolti dalla Giunta nelle decisioni strategiche di bilancio. Solo per dire che nel gioco della retorica i Comuni contano quando si fa propaganda, ma contano un po’ meno quando si tratta di decidere come spendere i soldi. L’osservazione del CAL, che in data 16/12 con “decisa raccomandazione” congiunta di ANPI e UPI richiama al rispetto della concertazione così come prevista dalla Legge 1/2015 e al rispetto dei tempi previsti per i documenti a corredo della proposta di legge. A quanto pare il problema dei tempi non consoni non è solo del Consiglio regionale, ma è strutturale.
Intanto, su suggerimento di Giani, quello che possiamo fare è attendere fiduciosi, nella speranza che prima o poi facciano capolino tra i conti pubblici le famose “risorse flessibili” annunciate. Forse ci saranno, forse no. Ma del resto è un Bilancio in itinere quello che ci ha promesso il Presidente, prepariamoci dunque a vivere alla giornata questo 2022.”