“Bidibiibobidiboo”, satira sul mondo del lavoro inaugura il Materia Prima Festival

Il ritratto di una generazione alle prese con impieghi precari e competitività spietata

Firenze – Sarà la prima toscana di “Bidibiibobidiboo”satira al vetriolo sul mondo del lavoro che ha trionfato agli Ubu 2024 come miglior nuovo testo italiano, a inaugurare sabato 1 marzo ore 19.00 al Teatro Cantiere Florida (via Pisana 111R) la 12/ma edizione di Materia Prima Festival, l’evento dedicato al panorama teatrale e performativo contemporaneo che ogni anno porta a Firenze le produzioni più innovative in circolazione, a cura di Murmuris col sostegno e il contributo di Mic – Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze. Il ritratto di un’intera generazione persa in un vortice di precarietà, frenesia e brutale competitività, scritto diretto e interpretato da Francesco Albericipremio Ubu 2021 come miglior performer e protagonista con Michela Giraud della fortunata web serie “Educazione Cinica”.

Al centro le traversie di un giovane assunto a tempo indeterminato in un’importante multinazionale. Preso di mira da un superiore, il ragazzo inizia a vivere un incubo. Il fratello, drammaturgo teatrale, sceglie di raccontarne la vicenda, trasformandola nel soggetto di uno spettacolo in cui ogni distinzione tra finzione e realtà viene messa in discussione, fino a non comprendere più a chi appartiene realmente la storia. E forse non è poi così importante visto che, a ben guardare, ci riguarda tutti. A seguire si terrà un incontro con il Collettivo GKN, di cui Alberici è sostenitore della prima ora (info e ingressi www.materiaprimafestival.com).

Con dissacrante ironia e al tempo stesso grande tenerezza, da sempre cifra stilistica di Alberici, in questa produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione si raccontano le scelte e le rinunce, i sogni e le grandi paure di un’umanità alle prese con un mondo del lavoro drammaticamente spietato. “Il titolo dello spettacolo è ispirato all’opera quasi omonima di Maurizio Cattelan – spiega l’autore – nella quale uno scoiattolino è riverso su un tavolo, in un interno casalingo anni ’50 e si è appena sparato un colpo alla testa. Lo squallore di questo interno, con il tavolo e le sedie moderne, in frassino chiaro e formica gialla, le stoviglie sporche buttate nel lavandino e la muffa sulla caldaia, rende alla perfezione l’atmosfera che immaginavo mentre scrivevo”. E prosegue: “Sono tanti i temi di questo spettacolo: il modello delirante di cultura aziendale che si sta imponendo a livello globale, in cui i lavoratori sono spinti a raggiungere standard che le stesse aziende definiscono con orgoglio “irragionevolmente alti”; i percorsi che portano i due fratelli a compiere scelte differenti, in cui la volontà ha un ruolo più marginale di quanto non si creda. La precarietà riguarda ormai sia chi la sceglie deliberatamente, come me, sia chi cerca di costruirsi un futuro più stabile. I colossi del mondo capitalista non stanno ridisegnando soltanto le dinamiche del lavoro, ma anche delle nostre vite”.

Foto di Masiar Pasquali

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