Biblioteche, presidio in piazza e scontro in consiglio

I consiglieri comunali Ornella De Zordo (Perunaltracittà)  e Tommaso Grassi (Sel) hanno raccolto le proteste che hanno portato oggi i lavoratori a manifestare con un vivace presidio sotto Palazzo Vecchio. Una domanda d'attualità è stata posta all'assessore alla cultura Sergio Givone da De Zordo e Grassi e riguardava la presenza o meno della clausola sociale, vale a dire quella clausola che assicura l'assorbimento dei “vecchi” lavoratori nel nuovo appalto.

“All’interno del capitolato speciale di appalto del nuovo bando di gara per i servizi bibliotecari e archivistici del Comune è inserita una clausola sociale per tutelare i lavoratori che già operano per l’amministrazione – è stata la risposta dell'assessore – il nuovo bando di gara  prevede le maggiori tutele possibili consentite dalla legge. Osservando la normativa attualmente in vigore ed in particolare l’articolo 69 del codice dei contratti sono state previste ‘condizioni particolari di esecuzione dell’appalto’, ovvero l’aggiudicatario della gara dovrà impegnarsi a riassorbire prioritariamente i lavoratori o dipendenti del precedente aggiudicatario. In sede di valutazione dell’offerta tecnica, come maggior garanzia, è previsto un punteggio specifico per la riassunzione dei lavoratori”. Inoltre, precisa Givone, “L’inserimento di una clausola di obbligatorietà al reintegro dei lavoratori a carico dell’aggiudicatario avrebbe violato quanto disposto dall’articolo 69 del Codice e avrebbe esposto il Comune ad un altissimo rischio di ricorsi. La redazione degli atti di gara ha tenuto conto inoltre delle più recenti pronunce della magistratura e dell’autorità di vigilanza sui contratti pubblici in materia”.

Non è però esattamente così, per Grassi e De Zordo. "Le risposte dell'assessore Givone alla nostra domanda d'attualità sull'appalto dei servizi bibliotecari del Comune non ci convincono e troviamo incredibile che si sia deciso di rispondere solo a ciò che faceva comodo interpretando e omettendo alcuni dei nostri rilievi". Così  i consiglieri, che hanno continuato : “Non solo si è deciso di non avvertire della pubblicazione del nuovo bando per l'appalto le Commissioni consiliari che si erano impegnate a fine dello scorso anno per approfondire la vicenda sottoposta dai sindacati ma si é deciso di non inserire né una clausola sociale tale da garantire realmente i posti di lavoro attualmente coperti dalle circa 70 persone impegnate nell'attuale appalto. Inoltre non si fa riferimento ad alcun contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, così da poter lasciare mano libera completamente al nuovo aggiudicatario che potrà applicare contratti meno remunerativi a parità di ore lavorate, quali il contratto 'multiservizio', rispetto a quello del commercio che adesso viene applicato ai lavoratori delle nostre biblioteche".

"Non é vero quanto sostenuto dall'assessore che il Comune ha fatto tutto quello che poteva inserendo la clausola della 'riassunzione prioritaria' assegnando un punteggio tale da far valere la riassunzione di un dipendente solo un trecentoventicinquesimo del punteggio assegnato per l'offerta economica, ovviamente al ribasso d'asta – hanno concluso Grassi e De Zordo –  un rapporto che non è assolutamente accettabile e che nonostante la nostra richiesta di sospendere il bando, non ha visto il Comune fare autocritica e fare dietrofront. Nel caso di Perugia o nei Comuni della Sardegna da noi citati é stata inserita una clausola che realmente permette la riassunzione di tutto il personale impiegato nell'appalto e in ogni caso anche il Ministero ha firmato un accordo con i sindacati confederali che obbliga negli appalti della cultura che applicano il contratto del commercio l'inserimento della clausola sociale che preveda la riassunzione del personale in toto: quindi la clausola sociale si può e non c'è da temere alcun ricorso da parte di terzi. Si dica che questa scelta é stata una precisa volontà dell'amministrazione comunale che ha deciso di operare in questo senso, al quale noi ci opporremo con tutte le nostre forze".

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