La Bibbia di Calci ha fatto ritorno a casa

Calci (Pisa) – La Bibbia di Calci è tornata all’interno della Certosa nel Museo di storia naturale e del territorio dell’Università di Pisa.

La pergamena miniata, composto di quattro volumi (il primo codice ha 185 carte, il secondo 205, il terzo 238 e il quarto 231) era stata conservata, fino ad oggi, nel Museo nazionale di San Matteo, a Pisa. Con l’ausilio del Corpo Guardie di Città, il codice è stato trasferito nell’ex monastero certosino della Val Graziosa, alle pendici dei monti pisani nel Comune di Calci.

La Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le
province di Pisa e Livorno ha chiesto al Corpo Guardie di Città, in forma gratuita vista la mancanza di fondi, di trasferire i quattro antichi manoscritti risalenti al 1168 dal Museo di San Matteo, luogo dove sono stati custoditi negli ultimi anni, alla Certosa di Calci.

Le opere trasferite alla propria sede naturale, la Certosa, sono quattro volumi di una Bibbia risalente al 1168 circa, opera destinata all’esercizio del Culto e che e’ stata poi a mano a mano trasferita alla Certosa di Calci a seguito dei vari avvicendamenti ecclesiastici che hanno portato anche al variare delle competenze dei territori.

Tra le più antiche opere di ambito pisano arrivate fino a noi, se ne conosce la data di esecuzione (1168), il committente (prebiter Gerardus) e i due autori: Magister Vivianus per la scrittura e Albertus (o Adalbertus) Volterranensis per la miniatura. Ciò ne fa, per antichità e per pregio, uno dei capisaldi della storia della miniatura italiana.

Tale opera e’ sicuramente una dei più importanti oggetti custoditi all’interno della Certosa e segno della devozione popolare e del fiorire dell’azione monastica che si era particolarmente sviluppata in tutto il Medioevo.

Il trasferimento e’ avvenuto grazie alle guardie particolari giurate del Corpo Guardie di Città, che hanno accompagnato gli antichi manoscritti dal luogo di custodia al luogo di destinazione, sua dimora abituale e finale, dove verrà gelosamente sistemata in teche realizzate grazie alla generosità di istituzioni locali che hanno interamente finanziato le spese.

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