Benzinai, mercoledì prossimo scatta il “No Card Day”

Firenze – Mercoledì prossimo sarà bene dimenticare a casa le carte per i pagamenti, almeno se l’intenzione è quella di fare il pieno alle pompe di benzina: infatti scatterà il “No Card Day” che coinvolge i benzinai sul territorio nazionale. Oggetto della protesta, la denuncia, da parte dei gestori dei carburanti, de “l’insostenibile onerosità delle commissioni bancarie per i pagamenti con carte di debito e di credito” all’Unione Europea. Tant’è vero che chiedono l’apertura della procedura d’infrazione a carico dell’Italia. L’Antitrust italiana è sollecitata ad intervenire.

L’agitazione, che è stata organizzata dai benzinai e dalle sigle Faib Fegica, Figisc/Anisa, Confesercenti Cisl Confcommercio si basa sul fatto, che, come spiega la nota, “Lo Stato, dopo aver reso obbligatorio dallo scorso 1° luglio, l’accettazione dei pagamenti effettuati con moneta elettronica, per importi superiori ai 30 euro (DL. 179/2012 e ss., Dm 24 gennaio 2014), ha lasciato che il sistema bancario e dei servizi interbancari di gestione delle carte di credito e di debito, forte del nuovo obbligo di legge, caricasse sugli operatori economici le commissioni di gestione: costi insostenibili per i gestori carburanti”.

Ed ecco i margini entro cui operano, secondo le organizzazioni di categoria, i benzinai italiani: a seconda delle modalità di vendita questi margini oscillano fra 1% e 2% del prezzo finale pagato dal consumatore, “mentre i costi per le transazioni elettroniche variano, a seconda degli istituti bancari e dei territori, dallo 0,5% all’1,2%, con punte che arrivano a sfiorare il 2%, di fatto azzerando ogni possibilità di fare impresa e fare utili”.

Un record, si legge nella nota, tutto italiano, dal momento che “Il sistema di gestione dei POS e delle commissioni risulta, come da atti parlamentari, il più alto d’Europa, con costi complessivi che si collocano anche oltre il 50%, rispetto alla media europea”. Non solo, incalzano le associazioni di categoria e i gestori, adombrando un regime di “sostanziale monopolio”: “Il sistema bancario e dei servizi interbancari, mentre mettono insieme un tesoretto di circa 5 miliardi di euro derivanti dal minor costo di gestione del contante (trasporto e contazione denaro, depositi e sicurezza…) dall’altro spremono i gestori, obbligati da una norma di legge ad accettare i pagamenti elettronici, gestiti in forma privatistica, lucrando ancora un altro mezzo miliardo di euro, in regime di sostanziale oligopolio ed in assenza di un minimo di concorrenza, negando ogni ipotesi di miglior condizione. Un vero e proprio “cartello””.

Una modalità, quella del pagamento elettronico, che se da un lato è incentivata per contrastare i fenomeni malavitosi, particolarmente cruenti sulla rete carburanti oltre che per combattere aree di evasione e di distribuzione illecita dei prodotti petroliferi, tuttavia, dicono le associazioni, consentono in modo pesante di fare business alle banche mentre lo stato “realizza tagli alle spese per altri 5 miliardi: non si può penalizzare un’intera Categoria obbligata ad accettare la moneta elettronica ma lasciata nelle mani delle banche e tartassata da commissioni e noleggi che azzerano ogni fonte di reddito”.

Alla fine chi è a pagare il conto? Scontata la risposta delle associazioni: “I gestori, che raccolgono per lo Stato, gratuitamente e a proprio rischio e pericolo, oltre 30 miliardi/anno tra accise ed IVA”.Per “sanare” la situazione, i gestori carburanti chiedono “il ripristino del decreto liberalizzazioni che aveva sancito la gratuità delle commissioni, per i pagamenti fino a 100 euro ( art 34 L. 183/ 2011 e art 27 legge 27/2012) volendo evitare atti di disubbidienza civile o di attivazione di recupero del maggior onere”.

In questa atmosfera matura dunque la decisione di Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio di presentare “formale denuncia all’Antitrust e all’Unione Europea, con la richiesta di apertura di un procedimento di infrazione a carico dell’Italia”. Oltre, naturalmente, il “No Card Day” sospendendo l’accettazione dei pagamenti con moneta elettronica su tutta la rete.

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