Beni confiscati, la Toscana risponde 57 volte no al crimine organizzato

Firenze – Un onere e un onore, e soprattutto un segnale. Un segnale forte che va in direzione della lotta alle cosche, all’illegalità, alla criminalità organizzata. Soprattutto quando la Conferenza di Servizi coordinata dal direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati  Ennio Mario Sodano si svolge a Firenze a Palazzo Medici Riccardi nella sede della Prefettura il giorno prima della commemorazione di una delle stragi di mafia che si consumarono in Italia nel periodo nero tra il ’91 e il ’92, la strage dei Georgofili. L’autobomba imbottita con quasi 277 chilogrammi di esplosivo spezzò la vita dei coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (36 anni), delle loro figlie Nadia Nencioni (9 anni), Caterina Nencioni (50 giorni di vita) e dello studente Dario Capolicchio (22 anni). Ferite una quarantina di persone, ingenti danni al patrimonio storico artistico della città, una ferita impossibile da rimarginare. 

Un onore, quello di poter restituire alle comunità i beni confiscati e sequestrati alle cosche, un onere, perché si tratta spesso, specialmente quando si parli di attività economiche, di soggetti economici e aziende “parassitarie” che vivono e prosperano non per la loro reale capacità di stare sul mercato, ma grazie alla “pompa” di liquido che viene iniettato dalle attività illecite. Un onere, ma anche e soprattutto un onore, come ricorda il direttore Sodano e concorda l’assessore alla Presidenza regionale Vittorio Bugli, da condividere e riaffermare insieme: utilità sociale, reintroduzione nel circuito della legalità, assunzione (del bene) di funzioni di equità e giustizia. Ecco il “contrappasso” che esplica la volontà di contrasto alla criminalità organizzata da un lato e la funzione pedagogica-educativa dall’altro dell’utilizzo del bene confiscato e sotto sequestro. Tant’è vero che lo stesso Bugli parla, nel caso dei beni immobili sequestrati in Toscana, di una priorità che fatalmente diventa “politica”, mentre il prefetto Sodano afferma: “Manifestare per 57 volte la promessa di utilizzo sociale di beni appartenuti alla criminalità organizzata è una dichiarazione di impegno per la legalità”.

Da sottolineare che la Conferenza di Servizi dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati  (ANBSC) si è tenuta oggi per la prima volta in Toscana. Lo scopo di queste riunioni è quello di consentire agli enti pubblici partecipanti di prendere visione dei beni situati nella regione. Nel caso odierno, sono stati presentati 68 beni immobili per un valore di oltre 5 milioni di euro. Si tratta di appartamenti, box e terreni confiscati in via definitiva dalle autorità giudiziarie di Napoli, Firenze, Roma, Bari, Prato, Livorno e Lucca, che appartenevano  a soggetti pienamente inseriti nella criminalità organizzata. Nell’elenco dei beni presentati,  l’ex Albergo Paradiso di Montecatini Terme confiscato al cassiere della Banda della Magliana Enrico Nicoletti, 39 immobili fra case e box a Marciano della Chiana, numerosi terreni agricoli situati sul Monte Argentario. A conclusione della Conferenza  sono risultate 57 manifestazioni di interesse pari all’ 85% dei beni sottoposti a esame. Nella maggior parte dei casi, le manifestazioni sono state presentate dai Comuni. Trattandosi di immobili liberi, come si spiega nella nota diffusa dall’Agenzia, saranno utilizzati dalle amministrazioni locali soprattutto per esigenze di emergenza abitativa. Il passo definitivo che darà “efficacia” al tutto sarà l’assegnazione finale, per la quale è necessaria l’approvazione del Consiglio direttivo dell’ANBSC.

L’esito della conferenza di servizi che si è tenuta oggi è stato “senz’altro positivo – commenta il direttore dell’Agenzia, il prefetto  Sodano – perché abbiamo destinato la quasi totalità degli immobili che erano una settantina. Preciso che noi ci basiamo sull’unità immobiliare, quindi una “settantina di immobili” non vuol dire settanta appartamenti o settanta ville, ma un po’ meno perché spesso un immobile completo è censito in più unità immobiliari. Però la conferenza di servizi ha avuto un esito ottimo, positivo, e io la considero anche un’esperienza pilota, è la seconda che facciamo a Nord di Roma, ma è anche un metodo su cui l’Agenzia ha basato il proprio lavoro nell’ultimo anno e mezzo e che ha permesso di accelerare moltissimo le procedure e di incrementare molto l’efficacia e l’efficienza dell’Agenzia”.

Una crescita di efficienza registrata dai numeri: se in Toscana sono 69 i beni già destinati dal 1996, dei quali 17 nel 2017, in Italia, ricorda Sodano,  “solo fino a tre, 4 anni fa l’Agenzia destinava 400 immobili in un anno, lo scorso anno abbiamo destinato oltre duemila immobili e ci accingiamo a raggiungere la stessa cifra anche quest’anno”.

agenzia 2Un salto che è dovuto sia allo strumento della conferenza di servizi, più agile e rapida, sia alla tecnologia. “Riusciamo a far questo sia grazie allo strumento della conferenza di servizi, che è un luogo dove nella massima trasparenza raccogliamo le manifestazioni di interesse, ma riusciamo a farlo perché alle spalle abbiamo un sistema informatico che raccoglie la stragrande maggioranza delle informazioni dell’Agenzia. Quindi attraverso il sito dell’Agenzia le amministrazioni che sono interessate possono per tempo verificare quali immobili ci sono sul proprio territorio, per ciascuno di questi immobili hanno a disposizione tutte le notizie occorrenti, quindi a partire da quelle catastali alle relazioni tecniche, spesso corredate da una documentazione fotografica adeguata. Ciò consente alle amministrazioni di progettare, immaginare un utilizzo di questo beni, presentarsi in conferenza dei servizi con idee già pronte per l’utilizzo. Attraverso questo metodo abbiamo incrementato molto le nostre capacità e molto potremmo fare anche nel futuro, tenendo conto che la legge riforma un po’ tutto il settore e attribuisce alle Prefetture e ai nuclei di supporto presso le Prefetture la funzione di referente sul territorio dell’Agenzia. Quindi l’Agenzia si moltiplica per le 104 Prefetture ed è molto più vicina ai territori. Io sono convinto e credo che la Toscana sia una delle regioni in cui potremo cominciare a sperimentare questa nuova formula, che ci consente di fare passi avanti notevolissimi. Molti frutti già ci sono perché abbiamo già avuto diversi contatti con la Regione, con i Prefetti e i sindaci delle maggiori città. C’è una volontà di lavorare insieme proprio per evitare i ritardi che in passato si sono verificati”.

Infine, sempre riguardo alla Toscana, il direttore dell’Agenzia riassume: “Abbiamo impostato una serie di collaborazioni, al di là del risultato di questa mattina, che riguardano anche vicende che sono emblematiche, confische pluriennali, confische anche importanti per le quali non si è giunti a destinazione. Posso anticipare che siamo a buon punto, con notevoli passi avanti con la Regione, con gli enti del territorio, quindi credo che nei prossimi mesi ci saranno novità importanti per quanto riguarda due o tre casi emblematici e significativi. Ci sono invece altri casi che hanno necessità e bisogno del concorso di molti più enti e anche del reperimento di risorse. Si tratta di casi che, per l’impegno che richiedono, vanno oltre le possibilità di un Comune. Anche su questo terreno siamo d’accordo con la Regione,  Agenzia e enti territoriali, siamo d’accordo d’aprire dei tavoli lì dove occorra, per arrivare anche alla soluzione di queste vicende”. Fra le situazioni più emblematiche si pone senz’altro quella di Suvignano (circa 730 ettari, diciassette coloniche e 21 mila metri quadri tra immobili e magazzini, sotto sequestro una prima volta col giudice Falcone nel 1983 e poi definitivamente nel 2007 con la condanna in giudicato dell’imprenditore Piazza: 11 anni trascorsi dal sequestro definitivo) che, “in collaborazione con Regione Toscana e i comuni interessati, vedrà a breve definita la sua destinazione”.  

Ed è proprio sulla questione della tenuta di Suvignano che interviene con forza l’assessore alla Presidenza Vittorio Bugli, dopo avere espresso anch’egli soddisfazione per lo strumento “Conferenza di servizi, una modalità nuova più snella e più flessibile”. E sulle tre situazioni immobiliari che restano per ora agganciate da problematiche più complesse,  l’assessore promette: “Noi come Regione ci daremo da fare per dare una mano a risolverle, così come ci siamo dati da fare precedentemente a questa conferenza per organizzare riunioni preparatorie”, in modo che fosse possibile giungere a soluzioni concrete. “Vuol dire anche aprire una stagione di collaborazione, concretamente, e ha un forte valore simbolico poterlo fare il giorno prima della commemorazione della strage dei Georgofili”. Intanto gli otto lotti (si tratta di undici lotti della conferenza dei servizi per un totale di 68 particelle catastali), che hanno ricevuto manifestazione d’interesse da parte dei Comuni o dell’agenzia del demanio “saranno assegnati entro giugno o luglio – spiega Bugli – si sono fatte avanti le rispettive amministrazioni locali e in un paio di casi anche l’agenzia del demanio. Per gli altri tre lotti saranno necessari alcuni approfondimenti”. E’ il caso di un magazzino a Portoferraio, di un appartamento a Rosignano Marittimo e di un albergo a Montecatini, per cui c’è già comunque un percorso instradato. “La Regione – prosegue l’assessore – collaborerà con le amministrazioni locali perché in breve tempo si possa arrivare ad assegnare anche questi beni”. E intanto l’agenzia nazionale dei beni confiscati annuncia, attraverso il prefetto Sodano che la dirige, una prossima conferenza di servizi per altri ottanta beni e particelle. Insomma, azioni concrete  che significano anche, conclude Bugli, “potere annunciare che sull’immobile più significativo che abbiamo in Toscana, vale a dire Suvignano, ci siamo. Dovrebbe essere sufficiente un’ulteriore riunione che stiamo fissando in queste ore fra Regione, Agenzia, Comune di Monteroni d’Arbia e Comune di Murlo per potere dare l’annuncio definitivo sull’assegnazione di quell’immobile”. Ancora tuttavia non si conoscono ulteriori dettagli né come avverrà l’assegnazione (passi che andranno definiti nella riunione in corso di organizzazione) ma, dice l’assessore, “mi sento tranquillamente di dire che tra qualche giorno dovremmo esserci anche su questo”. 

Ai lavori hanno preso parte il vice prefetto vicario reggente di Firenze, i prefetti di Arezzo, Grosseto, Livorno Lucca, Pistoia, il vicario di Prato e i rappresentanti degli enti territoriali dei luoghi in cui ricadono i beni. Oltre all’assessore Bugli per la Regione Toscana, è intervenuto per l’Agenzia del Demanio il direttore regionale, Giuseppe Pisciotta.

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