Bekaert: una cabina di regia per il lavoro nell’intero Valdarno

Figline – Sono fuori ad aspettare Eugenio Giani, e anche se non sono tanti sono comunque una rappresentanza più che capace di rappresentare ‘il sentire’ dei 113 operai definitivamente licenziati dalla multinazionale belga dell’acciaio, la Bekaert.

E qui, a due passi dal circolo il Giardino di Figline Incisa Valdarno, sono venuti a spiegare al presidente della Regione le loro ragioni, in occasione dell’incontro convocato dallo stesso Giani con associazioni datoriali, sindacati e soprattutto con tutti i sindaci del Valdarno, fiorentino e aretino.

Non è un incontro lungo, quello degli ormai ex operai Bekaert con il presidente della Toscana, ma basta a tutti i presenti per intendersi: niente passerelle, promesse che non si possono mantenere, parole dette per dire. Quelle, dicono a Giani, le hanno già ricevute e gli chiedono di marcare la differenza.

Giani, in sintonia con una delegazione degli operai, richiama davanti alla platea di istituzioni, sindacati e associazioni la necessità di “sobrietà e concretezza”. “Costruiamo un’intesa che, partendo da Bekaert, metta in circolazione informazioni, idee e stimoli per individuare nuove opportunità di lavoro per i disoccupati del Valdarno, a cominciare dai 113 ex Bekaert ”.

Il presidente ha riunito a Figline i sindaci di tutto il Valdarno, associazioni datoriali – da quelle delle imprese a quelle del sistema cooperativo –  i sindacati. Al centro dell’iniziativa la proposta di un Protocollo d’intesa che attivi da subito  una cabina di regia che lavorerà per tutto il territorio, coordinando tutti i soggetti. Con l’obiettivo di favorire – velocizzare e rendere efficiente – l’incontro tra domanda e offerta di lavoro sull’intero bacino occupazionale del Valdarno.

Una novità, una proposta che potrà trovare applicazione anche in altre aree della Toscana. Accanto all’elenco delle risorse pubbliche e delle strutture regionali a disposizione – finanziamenti, unità di crisi, attrazione di investimenti, incentivi, voucher  trasporti, assistenza al lavoro tramite Arti – a tenere banco a Figline è proprio il ‘fare rete’, con uno screening delle situazioni lavorative di crisi ma anche di quelle di eccellenza. Lo confermano i tanti sindaci presenti, con i quali ha fatto da tramite la sindaca di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai: rappresentano l’intero Valdarno fiorentino e aretino e la Val di Sieve. Ci sono Giulia Rimini, assessore Pelago,Nicola Benini, sindaco di Bucine, Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò, Leonardo Degl’Innocenti o Sanni, sindaco di Cavriglia, Simona Neri, sindaca di Pergine Laterina, Piero Giunti, sindaco di Reggello, Daniele Lorenzini, sindaco di Rignano, Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini.

Hanno risposto all’appello di Giani anche Monica Marini, sindaca di Pontassieve e il consigliere regionale Cristiano Benucci. La Uilm Toscana, la Cgil Firenze, la Cisl Firenze-Prato e quella di Arezzo. Non mancano Cna, Legacoop Toscana, Confindustria Firenze, Confesercenti Firenze

Sullo sfondo, comunque, la sfida di resistere  alle ricadute occupazionali della vertenza Bekaet. Dichiara Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per il lavoro e le crisi aziendali: “La partita non è chiusa, noi non molliamo di un millimetro sulla reindustrializzazione del sito. Abbiamo messo in campo un’idea che lega Figline e Piombino nella filiera dell’acciao in Toscana”. Ora la priorità è mettere in sicurezza quei lavoratori licenziati, continua Fabiani, e “questa iniziativa incrocia domanda e offerta sul territorio e se funzionerà brevetteremo un modello da esportare in altre aree della regione”.

La sindaca Giulia Mugnai ricorda l’importanza di reindustrializzare il sito produttivo, che rischia di rimanere vuoto e abbandonato. “L’individuazione di una soluzione reale è cruciale dal punto di vista ambientale e urbanistico” afferma. Di qui la richiesta alla Regione di farsi promotrice di uno studio approfondito del territorio, che possa far emergere “sia i vantaggi competitivi sia le sue fragilità (tra cui infrastrutture, sicurezza idraulica e mobilità, da potenziare)”, per renderlo più attrattivo per ulteriori e futuri investimenti privati.

Sullo sfondo naturalmente il polo dell’acciaio toscano incentrato su Piombino: “In prospettiva il sito Bekaert potrà trovare collocazione nella filiera dell’acciaio toscano ed è un ragionamento che stiamo ponendo con molta forza al governo” dice Giani. In primo piano la ripresa del mercato dell’acciaio e la volontà che lo Stato investa su Piombino.

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