Batte nell’arte ceramica Cuorecarpenito

Andrea Canova intervista Claudia Carpenito

Interviste che intendono far conoscere qualcuno a qualcun altro, come se due sconosciuti si incontrassero per la prima volta.
L’intervistato ha la più assoluta libertà di dire o non dire ciò che vuole di se stesso.
In queste interviste non si cerca il clamore, il gossip, lo shock.
Si tratta di interviste scritte dall’intervistato, dunque non orali, per ovviare al brutto costume italiano di “modificare” il detto dell’intervistato, a volte con scopi non ben chiari, o fin troppo.
Rispetto alle specificità professionali dell’intervistato, le novità professionali non saranno dimenticate.

– Chi è Claudia Carpenito?

Sono una persona che ha esercitato i suoi diritti in un Paese fino ad oggi abbastanza libero ma non favorevole. Ho creato una mia realtà che è costituita dal mio luogo di lavoro e da persone che gravitano intorno alla mia vita ma, decisamente, la realtà circostante non mi ha corrisposto. È stato non solo molto faticoso ma mi ha reso anche abbastanza infelice. Finalmente quello che ho creato con questa attività fa sì che io mi relazioni con tutto il mondo tranne che con le immediate vicinanze e ciò mi fa stare bene.

– Che tipo di formazione hai? Studi, letture, mentori

Dopo il diploma di “Operatore beni culturali” al Blaise Pascal di Reggio Emilia ho preso il diploma di restauro in sculture lignee, dipinti su tela e affreschi presso la scuola di Botticino in provincia di Brescia. Ho proseguito la mia formazione con innumerevoli corsi di aggiornamento. Quando, dopo vent’anni di restauro, ho intrapreso il percorso di scultura e ceramica ho studiato presso lo scultore Graziano Pompili di Montecchio Emilia e con il ceramista Giuliano Iori di Montericco. Le letture fondamentali per il mio percorso sono state le biografie degli artisti, come le “Lettere a Theo” di Vincent Van Goghe e “Distruzione del padre/ Ricostruzione del padre “ di Louise Bourgeois. Ahimè, non ho incontrato mentori sul mio cammino.

– Qual è la poetica di Cuorecarpenito? In altri termini, qual è il rapporto tra le tue idee e la materia?

La materia lavorata con le mani è ciò da cui parte la mia poetica. Anzi credo che inizi e finisca con il processo produttivo. Poi certamente c’è la mia ricerca degli equilibri formali e della connessione tra forma e colore ma sono indissolubilmente legati al processo manuale personale che compio.

– Detto banalmente: sei una scultrice di vasi ma, in realtà, nel concetto di quei vasi – che sembrano forme puramente astratte – che cosa ci troviamo?

Ci troviamo una vita di osservazione dell’arte. Una osservazione lenta che dura mesi, che viene dal lavoro ventennale di restauro. L’osservazione della veduta di insieme e del microscopico, l’analisi minuziosa e la libera fruizione dell’arte. Ci troviamo gli schemi compositivi classici dei pittori del 400 italiano, i principi del Bauhaus, i colori di Hayao Miyazaki per i suoi capolavori animati. Il mio concetto viene da questi tre capisaldi, ma dirti cos’è non l’ho ancora capito. Poi ci sono due anime che lavorano dentro di me, una ha origine nella mente e una nelle viscere. C’è una parte leggera, amichevole, colorata e luminosa . Lucida e forse più fredda. Con quella progetto le forme colorate della Bubble Family e della Space O. C’è una parte invece arcaica, primitiva, legata ad una sorte di origine della forma geometrica e scultorea: con questa parte di me realizzo le collezioni in terre semirefrattarie e grès come Australe, Ossimori, I Titani, I Paléobubble.e I Musoni.

– Da Reggio Emilia – piccola città di provincia – i tuoi vasi stanno andando in giro per il mondo. Quali sono i tuoi prossimi progetti? A che cosa stai lavorando?

Principalmente due: lavorare su dimensioni più grandi e produrre pezzi unici per il mercato del collectible design.

– Qual è il tuo più grande sogno?

Avere un luogo di lavoro dove poter ospitare studenti che vogliono approfondire delle tecniche o dei percorsi. Con la Fondazione Cologni Mestieri d’arte ho partecipato a questo progetto di accoglienza di una tirocinante per sei mesi, una esperienza che mi sta dando moltissimo. Ho scoperto di amare profondamente la condivisione delle mie conoscenze, credo di iniziare a percepirla come una missione. Mi scrivono da tante parti del mondo per venire in stage da me e fare delle residenze anche di qualche mese, ma non sono attrezzata per questo, ma una idea sta facendosi largo nella mia mente, spero di riuscire a concretizzare qualcosa in questa direzione.

– Qual è la tua più grande paura?

Ho paura persino a scriverla, farmi male alle mani.

– Che cosa vorresti lasciare dopo la tua morte?

Un laboratorio vivo con tanti giovani, in collina, dove si impara a raccogliere l’argilla, a lavorarla con le mani, farla asciugare con l’aria, cuocerla con il fuoco.

FINE

Biografia
Claudia Carpenito è un’artista della ceramica con un passato da restauratrice e di ideatrice di progetti culturali. Cuorecarpenito, con cui firma ogni sua opera, nasce nel 2012 nel laboratorio ceramico, un tempo falegnameria del nonno, dove ha scoperto la magia del creare con le proprie mani. Dopo la formazione nell’atelier dello scultore Graziano Pompili e corsi di modellazione con maestri ceramisti, ha portato avanti una ricerca personale orientata all’astrazione, scegliendo di “vestire” attraverso questo linguaggio un oggetto d’uso comune, il vaso. Il vaso inteso come puro concetto, forma archetipica che ritorna nelle epoche e nelle culture, con il suo preziosissimo carico di simboli, leggende e sogni. Misurarsi con la materia e trasformarla in una scultura, è ciò che Claudia fa e continua a fare senza smettere di apprendere, trovando un proprio stile costituito da forme semplici e geometriche che ama comporre in modo armonico. Che siano in terracotta o in ceramica, le sue collezioni mostrano la sensibilità sviluppata dopo tanti anni di lavoro a contatto con le opere d’arte antiche e contemporanee, in cui ha potuto fondersi con sculture lignee medioevali, dipinti seicenteschi, opere polimateriche contemporanee che sono diventati le linea guida del marchio Cuorecarpenito. Lo studio principale svolto in questi anni è stato quello della creazione del proprio alfabeto dove nulla è risultato casuale ma un lungo lavoro di ricerca formale e cromatica sugli smalti, in cui il colore non è mai stato inteso come decorazione, ma, al contrario, lo smalto è diventato struttura ed elemento fondante che rivela la verità della forma. Il ricco sostrato culturale dal quale nasce il marchio Cuorecarpenito è fortemente legato ai paesaggi e alla cultura del nostro Paese, al grande design italiano e alla storia dell’arte, con un gusto spiccato per il contemporaneo, dove la sintesi diventa valorizzazione della diversità e il “fatto a mano” sinonimo di qualità e personalizzazione, che rende l’oggetto opera d’arte. In pochi anni il marchio CuoreCarpenito ha dato vita a diverse collezioni in terracotta e in ceramica smaltata interamente autoprodotte, che nel loro insieme rivelano originalità ed organicità: Bubble Family, Australe, Paléobubble, I Titani, Ossimori, Space O, Collezione Corale, ME°°TE.

Sitografia
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