Bassi consumi ed export debole: l’economia tedesca non riparte

La crescita quest’anno sarà solo dello 0,3 per cento, dice la Bundesbank

Il 2024? Ormai l’anno è andato per l’economia tedesca, anche se siamo solo a metà. Le prospettive non son buone, anzi. La crescita quest’anno sarà solo dello 0,3 per cento, dice la Bundesbank, la banca federale della Germania, la stima è di metà giugno. A dicembre si parlava dello 0,4 per cento. Il Fondo Monetario Internazionale addirittura ha abbassato di più la stima e calcola con una crescita tedesca dello 0,2 per cento.   

La notizia fresca di stampa che qualcosa non va è di pochi giorni fa: per la terza volta di seguito a  luglio il clima di fiducia delle imprese è sceso – una sorpresa perchè si aspettava un miglioramento. I dati dell’indice che arriva ogni mese dall’Istituto Ifo di ricerca economica di Monaco di Baviera sono un indicatore molto importante per giudicare l’andamento dell’economia. Niente da fare: “L’economia tedesca è bloccata nella crisi”, dice Clemens Fuest, presidente dell’Ifo.

Il governo stenta nel cercare di mostrare ottimismo. “Si, avremo lo 0,3 per cento di crescita, di più del 0,2 per cento stimato all’inizio dell’anno”, dice Robert Habeck, ministro dell’economia, “ma ammetto che non è una cifra che ci può dare soddisfazione.” La coalizione punta sulla ripresa, sicuramente nel 2025. La stima del governo prevede una crescita del Pil di 1,1 per cento. “Già per la seconda metà dell’anno vediamo dei segnali che l’economia esce lentamente dalla sua fase di debolezza”, così Habeck. 

I dati dell’Ifo smentiscono il ministro. E così l’economia tedesca, finita la stagnazione, resta anche quest’anno il fanalino di coda tra le grandi nazioni industrializzate del mondo. Due sono i motivi per la situazione. Al primo posto tutti gli economisti mettono il problema delle esportazioni. L’industria tedesca dipende dall’export più di altri paesi. E il commercio globale attualmente debole incide sull’industria tedesca. La domanda fiacca dall’estero funziona come un freno all’economia tedesca. Soprattutto l‘andamento in Cina preoccupa. Per otto anni Pechino era il partner più importante per il commercio tedesco. Ma dall’inizio dell’anno gli Stati Uniti sono tornati al primo posto per il commercio con la Cina.

Dalla Cina arriva anche il problema numero uno per l’industria tedesca, la concorrenza per il settore dell’auto, il settore più importante per l’economia tedesca con più di 700.000 persone che ci lavorano. La vendita di auto, soprattutto elettriche, va male, i tedeschi non comprano più, e sul mercato arrivano sempre più modelli cinesi.

Il secondo motivo si trova nella Germania stessa, i tedeschi in questi tempi incerti non consumano. Dopo alcuni mesi in primavera di segnali positivi anche il clima di fiducia dei consumatori si è abbassato. Tutto fermo. Nemmeno gli europei di calcio in Germania hanno portato ad un clima fiducioso di consumo. Un dettaglio che dice molto: Non la Volkswagen e stato sponsor alle europee di calcio, ma la casa automobilistica cinese BYD. 

Ora gli economisti sperano in aumenti di salari in autunno, in più persone che lavorano e meno inflazione per cambiare il quadro del consumo privato. Prima o poi le banche dovrebbero abbassare gli interessi.

Il governo, la coalizione di socialdemocratici, verdi e liberali, litigando spesso, cerca rimedio. E’ appena stato deciso il quadro del bilancio per il 2025. Pezzo forte è un’”iniziativa per la crescita”. Un pacchetto di misure che per gli economisti è fondamentale. “Senza un impulso del governo l’economia resta nel suo umore depresso”, dice Alexander Krüger, capo economista della banca privata Hauck Aufhäuser Lampe. Secondo lui la letargia della congiuntura andrà avanti ancora. Con effetti strani di percezione: Già una “mini-crescita” verrebbe vista come un successo.    

Con 49 misure il governo vuole creare una “nuova dinamica” per l’economia. Tra le più importanti: più incentivi per investimenti per aumentare la concorrenza, meno burocrazia, più misure per combattere la carenza di lavoratori qualificati.

“Lo stallo dell’economia può essere superato, sono ottimista”, dice Ulrike Malmendier che insegna presso la University of California di Berkeley, una dei cinque “saggi” che consigliano la politica economica del governo. Una speranza che diventa desiderio – nel 2025 ci sono le elezioni politiche in Germania. Il cancelliere Scholz si ricandida nonostante i sondaggi poco favorevoli per la sua SPD. Un’economia che si riprende gli potrebbe aiutare.   

In foto la sede della Bundesbank

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