Parigi – Ripartono gli investimenti diretti all’estero (FDI) : dopo un periodo di ripiego sono balzati nel 2015 del 36% a 1.700 miliardi di dollari, cioè al livello più alto dal 2007. I paesi più gettonati sono quelli industrializzati, assai meno del passato le grandi economie emergenti, come ad esempio il Brasile. Secondo il barometro effettuato dallo studio di consulenza internazionale AT Kearny, i grandi investitori internazionali hanno ricominciato a guardare all’estero, convinti che investire fuori casa sia ridiventata una grande opportunità per il loro sviluppo. Lo studio, che offre una panoramica mondiale, indica che il 79% dei responsabili delle 500 multinazionali prevede di aumentare i suoi investimenti all’estero nei prossimi tre anni, forse però in modo più selettivo per paese e settore di prima.
La molla che li spinge a investire maggiormente al di là delle frontiere è l’abbondanza, ai loro occhi, di opportunità molto valide. L’80% ritiene in particolare che i FDI diventeranno sempre più importanti per la loro redditività. Di fronte al rinascere di tendenze al nazionalismo e protezionismo molti ritengono poi che sia consigliabile di crearsi una base locale nei mercati più attraenti. Il paese che attrae più investimenti sono gli Stati Uniti, seguiti da Cina, Canada, Germania, Regno Unito e Francia. L’Italia la ritroviamo al 16/mo posto, indietro di 4 caselle rispetto all’anno prima. Lo studio rileva come il governo Renzi abbia varato una legislazione che dovrebbe favorire un aumento dell’interesse degli investitori esteri. Si vedrà. Intanto però le multinazionali si sono dette al 23% più ottimiste sull’Italia contro il 20% di parere negativo.