Bando Erp, mutano le regole per l’accesso e aumenta il canone

Firenze – La riforma sulle case popolari era un traguardo dovuto per adeguare gli aspetti normativi a una situazione mutata nel profondo dal 1996 a cui risale la precedente legge. Stefania Saccardi, assessore al welfare nonché vicepresidente della Regione,  stamane a Palazzo Strozzi Sacrati, ha esposto la necessità di rivedere il sistema “in tempi in cui le risorse sono poche e i bisogni sono molti”. l’oggetto è in particolare il bando d’accesso all’edilizia pubblica: l’assegnazione delle case popolari, per intendersi. La norma, approvata ieri in giunta regionale, passerà in consiglio a metà gennaio. 

Le novità prevedono innanzitutto una modifica nei requisiti d’accesso: una residenza anagrafica o attività lavorativa stabile ed esclusiva o principale nel territorio a cui si riferisce il bando da almeno cinque anni. Il possesso di beni mobili per un valore non superiore ai 25.000 euro: non sarebbe la prima volta che assegnatari di alloggi popolari tenessero il suv parcheggiato sotto casa. Inoltre, chi ha occupato nei cinque anni precedenti non potrà accedere alle graduatorie (requisito già previsto dal decreto Lupi). Tuttavia la Toscana, Firenze in particolare, ha una storia di occupazioni di lunga data, anche decennale: per chi abita in un alloggio occupato sarà possibile mettersi in regola entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge tramite un contratto di locazione a tempo determinato sull’immobile in cui risiede, perché “bisogna riportare le occupazioni nell’ambito della legalità”.

È previsto un aumento del canone di locazione da 12,90 euro a 40 e un criterio premiale che favorisce l’assegnazione a chi si dichiara capace di pagare il canone d’affitto: la casa popolare infatti non risponde a un bisogno di emergenza sociale, spiega Saccardi, ma al sostegno delle famiglie che, pur con un reddito, non riescono a garantire il pagamento di un affitto ai prezzi di mercato.
In questo contesto s’inserisce una riserva del 25% per lo sfratto per morosità incolpevole: cioè, delle risorse Erp disponibili, soltanto il 25% sarà assegnato ai morosi, altrimenti la graduatoria non ha prospettive di avanzare.
Per superare il problema delle case popolari sfitte (quindi a rischio occupazione) in assenza di fondi per la ristrutturazione, queste ultime verranno comunque assegnate a chi si rende disponibile a realizzare piccoli lavori.

L’ultima importante novità è l’introduzione del criterio ISEE (con un limite di 16.500 euro) che permette la dichiarazione anche dei depositi bancari: “fino ad oggi era possibile vedersi assegnata la casa e avere un milione di euro depositati in banca”.
Un’esigenza di mettere ordine, quindi, in un sistema spesso farraginoso e malfunzionante è all’origine di questa riforma. Per allocare al meglio le poche risorse disponibili. La vicepresidente ha dichiarato che il patrimonio toscano ERP (case già assegnate e da assegnare) ammonta a cinquantamila immobili. Venticinquemila le persone in lista d’attesa. “Con questi numeri, riusciamo a rispondere solo al 15-20% del bisogno. Per questo è importante rivedere i criteri per assegnare le case a chi veramente ne ha necessità”.

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