Firenze – Cosa succede al Comune di Firenze? E’ la domanda che si pongono da ieri i sindacati degli inquilini e gli inquilini stessi. Motivo: senza avvisare nessuo degli attori coinvolti, in primis proprio i sindacati inquilini che come noto svolgono attività di supporto e tutela dei cittadini caduti nella spirale senza fondo dell’emergenza abitativa, esce la graduatoria provvisoria di un bando su cui molte famiglie avevano posto speranze e desideri, vale a dire il bando per il contributo straordinario affitti, quello finanziato con fondi europei per tamponare le ricadute sociali dell’emergenza pandemica. Così, la graduatoria provvisoria compare sulle pagine del Comune, e si scopre che vi sono circa 1500 esclusi, con un lasso di 10 giorni di tempo per integrare, laddove la domanda è stata giudicata carente, imperfetta, incompleta.
Si va a esaminare le liste degli esclusi, ed ecco che salta agli occhi che, oltre a coloro che suerano il livello di Isee o non hanno indicato fonti alternative di reddito oppure hanno Isee pari a zero o inferiore al canone, tantissimi richiedenti hanno prodotto il contratto, richiesto “integrale”, con qualche mancanza: un foglio che non è stato scannerizzato? Uno sbaglio nella consegna? Altri, invece, in grandissimo numero, non hanno inviato ricevute di pagamento conformi a quanto richiesto dal bando. Insomma, in molti casi peccati veniali, spesso dovuti a disattenzione o altrettanto spesso alla poca famigliarità con i mezzi telematici. In ogni caso, si può correre ai ripari. Ma il termine entro cui si può ricorrere è esiguo: dieci giorni.
“La graduatoria provvisoria serve proprio per dare la possibilità ai cittadini, che non hanno prodotto una documentazione impeccabile, di sanare la situazione – spiega Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia – dunque, è paradossale uscire di sorpresa dicendo ai cittadini che hanno dieci giorni di tempo per procedere alle integrazioni. Le persone non sono pronte (un tempo i cittadini richiedenti venivano avvisati anche con comunicazione a casa), i sindacati non sono stati avvisati, non c’è il tempo per prendere informazioni”. In altre parole, persone che avrebbero facilità a produrre le integrazioni o correzioni di errori non pesanti, non hanno neppure il tempo di sapere che la graduatoria è uscita, dal momento che, come si sottolinea di nuovo, non vengono avvisati, ma devono essere gli utenti a seguire il sito per sapere se la graduatoria provvisoria è uscita e se loro vi rientrano o la loro istanza è stata respinta. Per poi eventualmente attivarsi per integrare o correggere gli eventuali errori o mancanze. Inoltre, il ruolo dei sindacati come aiuto e tutela dei richiedenti è totalmente annullato, non essendo state avvisate per tempo, le organizzazioni sindacali, dell’uscita della graduatoria. “Non è mai stato così a Firenze – conclude Grandi – non si capisce perché bisogna cominciare adesso. La questione sempre viva del personale sotto organico dell’ufficio comunale non può indurre a questi risultati, anzi, proprio per questo, dovrebbe essere ancora più evidente la necessità di collaborare con i sindacati”. Altro dato che fa specie, conclude Grandi, è “l’altissimo nuero di persone che hanno fatto richiesta. Si sta verificando, rispetto a qualche anno fa un ribaltamento dei fronti, con le domande di contributo affitto che, sarei pronta a scommettere, eguagliano o superano le domande Erp. Un dato che fa pensare”.
Sulla questione, durissimo l’intervento dell’Unione Inquilini, affidato al segretario regionale Pietro Pierri: “Il 17 ottobre si celebra la XXIX Giornata Mondiale per la eradicazione delle povertà istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1992. In questa cornice, l’Unione Inquilini aderisce alla mobilitazione nazionale promossa per sabato 16 ottobre dalla Rete dei Numeri Pari, che raccoglie le molte e variegate organizzazioni impegnate sul tema delle diseguaglianze. Del resto i dati raccolti dai più autorevoli istituti di rilevazione, tra cui l’ISTAT, non ammettono replica – ricorda Pierri – in Italia oltre 5 milioni e mezzo di persone vivono nella povertà assoluta, e tra queste, quasi il 50% vivono in affitto. In questo contesto, a Firenze, che è città tra le più esposte in termini di disagio abitativo e di esclusione sociale, con una marcata forbice tra ricchezza da rendita e povertà, che ha superato ogni decoro umano e sociale, è stata pubblicata con lentezza colpevole e ingiustificabile la graduatoria provvisoria relativa al bando straordinario per contributo all’affitto. La pubblicazione è avvenuta senza minimo raccordo con i sindacati, che ne sono venuti a conoscenza informalmente e in spregio alle ordinarie pratiche di relazione con le organizzazioni di categoria impegnate sul territorio”.
Continua Pierri: “Ma vi è di più, si è appreso che sarebbero circa 1500 le domande rigettate e quindi escluse dalle risorse destinate ad alleviare le famiglie in difficoltà economica. Inoltre sono stati assegnati agli esclusi solo dieci giorni per presentare i ricorsi avverso la loro esclusione. Di fatto, non si dà modo alle persone, molte delle quali hanno bisogno di essere supportate, di organizzare la loro giusta difesa. Tutto questo, dopo che il Comune di Firenze ha proceduto con rilassata efficienza, evidentemente impegnato su altre priorità, su altri fronti più caldi, di cui al momento non si ha conoscenza. Siamo totalmente insoddisfatti di questo modo di procedere che è la spia dell’assenza di un adeguato indirizzo politico da parte di chi ha assunto l’onere e l’onore di governare la materia, fatto grave che denunciamo con forza. Le politiche abitative a Firenze sono attualmente su di una nave senza nocchiere e senza scialuppe di salvataggio”.
Sulla questione delle esclusioni e dei 10 giorni per i ricorsi, giunge anche un contributo dalla Rete Antisfratto fiorentina, che raccoglie associazioni, movimenti e rappresentanze politiche della sinistra cittadina. “Non solo aumentano in maniera esponenziale le famiglie che chiedono il contributo all’affitto, non solo il Comune non rende note le date di uscita delle graduatorie ai sindacati che sono i presidi di aiuto e tutela dei cittadini, ma il tempo utile per i ricorsi, di 10 giorni, è evidentemente insufficiente per intervenire sanando situazioni anche con difformità molto leggere. Ciò che emerge è una volontà precisa, di esclusione dei bisogni attraverso la forzatura di consuetudini radicate e l’applicazione fiscale dei regolamenti della burocrazia”.