Arezzo – Bandi Erp, i comuni si cominciano a muovere. Capofila, per numero di abitanti e significato anche politico, il Comune di Arezzo, che, come annuncia l’assessora alle politiche abitative Monica Manneschi, non si fa fermare dalle polemiche insorte sulla legge regionale sulla casa, la 2/2019, che contiene almeno un punto di chiara incostituzionalità sui requisiti, ovvero la necessità che il richiedente accesso alle case popolari possegga il requisito dei 5 anni di residenza sul territorio regionale che è stato messo sotto scacco dalla Suprema Corte, che ha accolto i ricorsi intentati in merito https://www.stamptoscana.it/tappo-per-i-bandi-erp-sindacati-inquilini-inerzia-incomprensibile-della-regione/). Insomma, l’assessora e la giunta aretina non si fanno fermare dal fatto che la legge regionale 2 contenga almeno una norma di chiara incostituzionalità. Così, il bando itegrativo di concorso per aggiornare la graduatoria Erp è stato pubblicato, mantenendo gli stessi requisiti previsti dalla legge 2/2019, ovvero l’unica legge, al netto di modifiche mai avvenute, ad ora in vigore.
Sulla questione interviene la segretaria regionale del Sunia Laura Grandi: “Vista la lentezza con cui il consiglio regionale si accinge a procedere su ciò che la giunta ha già deliberato, i comuni, pressati dal bisogno, si apprestano a fare uscire i bandi. Pur comprendendo le ragioni delle amministrazioni – continua Grandi – considerando da un lato che ci sono comuni che non riaprono i bandi Erp da3- 4 anni, e dall’altro motivi senz’altro politici, tuttavia non possiamo nasconderci che i bandi basati sulla legge 2/2019 non modificata saranno inficiati o dalla pronuncia del consiglio regionale, o in seguito ai ricorsi intentati da parte di cittadini, associazioni, sindacati, circa l’incostituzionalità della legge regionale stessa”. Ipotesi tutt’altro che peregrina, da momento che è esattamente ciò che è successo a Pisa, dove tutta la platea, dagli assegnatari all’amministrazione ai ricorrenti sono in attesa della decisione della Corte.
“L’attività lenta e poco comprensibile deli consiglio regonale produce danni che vanno a carico delle famiglie che attendono gli alloggi popolari – conclude Grandi – la questione è politica, l’appello è a tutti coloro che hanno la titolarità e la responsabilità politica di intervenire, in primo luogo il consiglio regionale”.
Inoltre, i bandi Erp sono partiti anche nei piccoli comuni della Val di Sieve – Valdarno, dove case vuote da un lato e famiglie bisognose dall’altro stanno premendo fortemente per l’apertura dei bandi. Il problema tuttavia non è risolvibile facendo finta che non ci sia: qualsiasi ricorso contro l’incostituzionalità dei requisiti d’accesso della legge regionale, venendo accolta, inficierebbe non solo la lista delle assegnazioni ovvero il diritto acquisito tramite bando delle famiglie risultanti assegnatarie, ma imporrrebbe di mettere lo stesso bando nel nulla facendo ripartirne un altro. Con malumori, dispendio di enegie e risorse fisiche e finanziarie. E soprattutto, creando aspettative che dovrebbero ripartire da capo.