Banderas, l’uomo che sussurava alle galline

Visti in dvd dalla poltrona: “The Big Bang” e “Hitchcock”

The Big Bang

The big bang, di Tony Krantz. Con Antonio Banderas, Sienna Guillory, Delroy Lindo, Robert Maillet, Rebecca Mader. USA, 2011.

Genere: noir.

Apprezzabile la forma (da tempo non si vedeva un noir), meno il contenuto. Apprezzabili la colonna sonora, la fotografia spesso glamour e l’inizio della storia, molto meno tutto il resto. Antonio Banderas è un detective privato, incaricato di cercare una donna: invece trova ovviamente guai, che includono diamanti e addirittura un esperimento di fisica nucleare (da cui il titolo). Il tutto lento e poco interessante. Sul versante noir comunque c’è tutto: voce fuoricampo del protagonista, pupe, locali notturni, sesso e personaggi eccentrici (non male Snoop Dogg regista di film porno). I dialoghi puntano all’ironia, alle battute, alcune riuscite, e al turpiloquio: di fatto è tutto un fottuto di qua, fottuto di là, cazzo, stupido figlio di…, merda e vaffanculo. Banderas e il suo inguardabile taglio di capelli a caschetto recitano più che decentemente, sussurrano per tutto il film e citano Platone; ma uno che nella pubblicità del Mulino Bianco parla con le galline ha poco da fare il figo. Dicevamo dei dialoghi. Qualcosa da salvare c’è, anche se proprio non si può fare a meno delle parolacce. Tipo Banderas che ci prova con la cameriera: “A che ora stacchi?”. Lei, prima di dargliela: “Tra 14 minuti, poi comincio a scopare”.

Un cattivo a un altro cattivo: “Al concorso per il più grande coglione del mondo, tu arriveresti secondo. Perché non primo? Perché sei un coglione”.

Ultima nota sul finale del film: semplicemente ridicolo e inaccettabile.

 

Per non lasciarvi senza film per la serata: 

da uno Sconsiglio a un consiglio per la visione

HitchcockHitchcock, di Sacha Gervasi. Con Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson, James D’Arcy, Jessica Biel. Biografico, USA 2013.

Un po’ più di spazio a Norman Bates, Anthony Perkins – ok, il protagonista è e deve essere Hitch – non avrebbe certo guastato, visto che tra l’altro non si parla dell’intera carriera del regista, ma della genesi e realizzazione di Psycho. Il sopravvalutato Hopkins (recita sempre sedato e tutti i critici a parlare di classe ed eleganza) qui è formidabile, senza ironia alcuna. Prova ne sia che l’Academy nemmeno l’ha preso in considerazione per l’Oscar.

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