Firenze – Commissioni bancarie troppo elevate, mutui appesantiti da ingiusti balzelli? il consumatore si arrabbia, ma quasi sempre non sa che pesci pigliare. Ancora pochi conoscono l’esistenza di ABF, ovvero l’Arbitro bancario finanziario, istituito per legge nel 2009 e sostenuto da Bankitalia per intervenire nelle controversie fra clienti, istituti finanziari o altri intermediari.
Eppure in questi ultimi tempi questo organismo ha conosciuto un vero e proprio boom: nel 2017 sono arrivati circa 31mila ricorsi a livello nazionale, con un incremento del 42% su base annua. Il collegio tosco-emiliano ne ha contati oltre 3100, e sette su dieci hanno avuto esito positivo per il cliente, con risarcimenti cospicui: ben 2,3 milioni di euro in totale, pari a 1650 euro procapite.
Il tema più controverso per i clienti che fanno ricorso all’ABF riguarda soprattutto la cessione del quinto (65%), seguito da contestazioni su operazioni di pagamento (13%), e dalla scarsa trasparenza dei contratti (10%). In misura minore la concessione di fidi (5%) o gli interessi da usura (il cosiddetto anatocismo) (3%). Quasi sempre il punto del contendere riguarda le commissioni eccessive richieste dal mediatore o dall’istituto finanziario.
La cosa più importante di questo organismo che si articola in sette collegi territoriali, è che il consumatore “vessato” può farvi ricorso anche on line (arbitrobancariofinanziario.it), descrivendo il problema nel semplice linguaggio naturale, senza dover ricorrere a tecnicismi che non gli appartengono. Non servono avvocati, e già questa è una notizia, né commercialisti costosi e “titolati”. Basta un contributo di 20 euro che vengono addirittura restituiti nel caso sia riconosciuta la violazione.
I tempi dei procedimenti inoltre sono abbastanza brevi: quattro o cinque mesi, anche se il termine imposto dalla normativa è di tre. Il parere dell’Arbitro, a dire il vero, non è vincolante come quello di un Giudice, eppure “Nel 99% dei casi le decisioni vengono correttamente adempiute per motivi anche reputazionali”, fa sapere Stefano Ercoli, della Segreteria tecnica del collegio bolognese. I nomi di chi non le rispetta vengono infatti pubblicate da Bankitalia e questa pubblicità per un intermediario non è certo gradita.
Gli effetti prodotti dall’azione di ABF non si esaurisce nella storia di un microconflitto tutto individuale. “Banche e intermediari sono stati invitati a rivedere polizze e procedure per la Cessione del quinto, che rappresenta la parte più consistente del contenzioso, e a scoraggiare la vendita di prodotti inadeguati”, sottolinea Mario Venturi, direttore della sede fiorentina di Bankitalia.
Senza contare il fatto che la presenza di una conciliazione stragiudiziale efficiente contribuisce ad alleggerire la pressione sulle strutture giudiziarie. Attualmente presso la Terza sezione civile del Tribunale di Firenze sono in corso 500 processi in materia bancaria. Si calcola che un buon 40% potrebbe benissimo essere trattato e risolto in sede ABF. Con buona pace di tutti: del cliente, che risparmia e trova un esito veloce, e del sistema giudiziario che potrebbe eliminare una buona fetta di contenzioso per velocizzare il resto.