Le banche europee hanno scelto una linea comune di fronte all’arrembante sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nelle attività creditizie e finanziarie. Novanta tra istituti di credito e rappresentanze di parti sociali hanno firmato a Bruxelles una Dichiarazione Congiunta che regolamenta l’utilizzo delle automazioni algoritmiche. Parola d’ordine: l’uomo al centro dell’organizzazione del lavoro e dei processi decisionali, nel pieno rispetto del principio “human-in-control”. A cominciare dalla supervisione sulle pratiche di concessione di mutui e prestiti, su cui i dati e la loro elaborazione automatizzata conteranno sempre di più. Ma sotto la responsabilità decisionale dell’uomo. Almeno, questo è l’indirizzo del documento sottoscritto a Bruxelles. I firmatari sono coloro che indirizzano l’attività del credito nel vecchio Continente, tra cui: Michael Budolfsen Presidente UNI Europa Finance, Jens Thau Presidente della Federazione bancaria europea, William Portelli Coordinatore del Dialogo Sociale Bancario, Angelo Di Cristo Capo Dipartimento, UNI Finanza, Nina Schindler CEO Associazione Europea delle Banche Cooperative.
Tra i punti vincolanti della Dichiarazione Congiunta, le banche europee devono garantire che le applicazioni di IA utilizzate siano trasparenti, eque e imparziali. I dipendenti devono assicurarsi che vengano utilizzate in modo appropriato. garantendo decisioni prive di pregiudizi basati su uno o più fattori quali razza, sesso, religione o contesto socioeconomico. La comprensione dei processi decisionali deve essere irrinunciabile: la Dichiarazione Congiunta afferma il principio della supervisione umana e della spiegazione su ogni decisione derivante da applicazioni di IA, sottolineando la responsabilità umana delle azioni intraprese su input algoritmici e sui loro risultati.
Per quanto li riguarda, i dipendenti del settore bancario e finanziario dovrebbero avere il diritto di non essere soggetti a decisioni basate solo ed esclusivamente su variabili automatizzate. Ad esempio, la profilazione, la selezione del personale, le promozioni interne, i cambi di funzione e di livello professionale, il sistema sanzionatorio e le valutazioni delle prestazioni, devono rimanere soggetti al principio del controllo umano.
Secondo il WEF Future of Jobs Report, 2023, che ha fatto da base conoscitiva per la firma della Dichiarazione Congiunta, si registra un aumento generalizzato della priorità delle strategie di IA in tutti i settori. L’83% delle aziende di servizi finanziari si affiderà all’IA nei prossimi cinque anni.
Quali gli impatti sul fronte occupazionale? Il settore bancario dell’UE ha già perso circa 580.000 dipendenti (-21%) tra il 2007 e il 2022. Questa tendenza è proseguita durante la pandemia, con una riduzione di oltre 125.000 dipendenti tra il 2019 e il 2022. La diminuzione più consistente ha riguardato il gruppo dei cassieri, esattori di denaro e impiegati affini, passati da 776.000 a 480.000.
L’uso di tecnologie digitali avanzate sta aumentando rapidamente tra tutte le aziende (di tutte le dimensioni) dell’UE: il 47% delle aziende si affida al cloud computing, il 35% lavora con i big data e il 20% utilizza l’IA. Entro il 2030 si prevede che questa percentuale aumenterà ad almeno il 75%.
Oltre la metà degli amministratori delegati dei servizi finanziari europei ha dichiarato a EY, nel luglio 2023, di aver già integrato l’IA nell’allocazione del capitale, mentre il 43% prevede di farlo a breve. A causa della digitalizzazione, la composizione occupazionale del retail banking è cambiata drasticamente negli ultimi dieci anni. Il numero di dipendenti del settore IT è aumentato del 55%. L’aumento maggiore si è verificato nella categoria “sviluppatori e analisti di software e applicazioni”. sviluppatori e analisti di software e applicazioni”, che è quasi raddoppiata: da 66.000 a 112.000 dipendenti.
Le banche stanno introducendo sempre più spesso sul posto di lavoro diverse applicazioni che utilizzano l’intelligenza artificiale. È essenziale che le parti sociali del settore bancario, a tutti i livelli pertinenti, sfruttino gli strumenti disponibili attraverso il dialogo sociale, compresa la contrattazione collettiva, per quanto riguarda l’uso, l’implementazione e il monitoraggio continuo dell’intelligenza artificiale.
La Dichiarazione Congiunta sottoscritta a Bruxelles sottolinea che è responsabilità del datore di lavoro adottare misure per garantire la protezione dei dati e la privacy dei dipendenti, e che il software e l’hardware utilizzati nelle procedure siano aggiornati e sicuri. Il dipendente, dal suo canto, è tenuto a seguire scrupolosamente tutte le norme applicabili in materia di protezione dei dati e di cybersecurity relative sia al software che all’hardware.
Il datore di lavoro, insieme a tutti i dipendenti interessati, deve attenersi e rispettare le disposizioni di legge applicabili, ad esempio il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) a livello europeo, l’AI Act, nonché dalla legislazione nazionale, dalla politica etica/regolamentazione bancaria, dalle clausole di riservatezza e sicurezza emesse dal datore di lavoro e dalle clausole di riservatezza e sicurezza emesse dal datore di lavoro. e qualsiasi altra clausola analoga a indirizzare il rapporto tra sistema bancario e IA entro i cardini della responsabilità e della garanzia del ruolo decisionale dell’uomo.