Ballottaggio, Saccardi si schiera ma IV no, lasciati cadere i segnali di Del Re

Pd, ora campo largo e endorsement della vicepresidente regionale

Firenze – S’avvicina il week end e le urne tornano ad aprirsi, per accogliere iì verdetto cittadino di chi sarà sindaco a Firenze. I due designati, Sara Funaro per il centrosinistra, Eike Schmidt per il centrodestra, non risparmiano battute e punzecchiature, ma soprattutto si sfidano sui grandi temi cittadini. In quest’atmosfera da duello rusticano, si posiziona anche l’ultima tenzone che riguarda la tramvia, con il progetto che Schmidt ha presentato ieri, bocciato come “impossibile” da parte del centrosinistra. Un certo nervosismo comprensibile vista la posta in gioco traspare nei due schieramenti. Dalla parte del centrosinistra, tuttavia, c’è un risultato elettorale che vede la candidata Funaro avanti di dieci punti rispetto a Schmidt. Ma si sa, dice qualcuno a mezza voce fra la squadra, “quando s’arriva al ballottaggio si ricomincia tutto da capo”.

Non solo. Il ballottaggio è questione delicatissima, che risente anche di variabili esterne e ben poco gestibili. Intanto, il problema del non voto, altissimo nelle ultime tornate elettorali. In quanto andranno a votare? Sarà voto fidelizzato o di protesta o di opposizione alla linea della continuità tout court? Quanto peserà il convitato di pietra del “no primarie”, che è già costato la divisione in tre di un fronte femminile di centrosinistra che poteva presentarsi unito, evitando la graticola del ballottaggio? E banalmente quanto si vuole, come sarà il meteo del weekend? Quanto resisteranno alla tentazione del mare, se a Firenze si realizzasse quella cappa di afa bollente per cui sta diventando nota?

Ma la vera discussione ora è quella degli apparentamenti, ovvero, delle trattative di secondo giro che potrebbero rivelarsi decisive. Intanto, per quanto riguarda il centrosinistra e dunque la squadra Funaro, da considerarsi incassato è la ri-nascita del “campo largo”, con Masi, candidato del M5S pronto a votare e dare indicazione di voto per Funaro, davanti al rischio di vedere Firenze in mano alla destra. Saccardi, tirata per la giacchetta dal suo “capo” /è vicepresidente di Eugenio Giani, presidente regionale), ma anche dal presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, ha già dichiarato che l’area in cui lei stessa si colloca non si discute, e quindi “voterà per Sara (Funaro)”. Posizione che però non rispecchia quella di Italia Viva, che lascia libertà di voto. Da vedere quanti saranno i moderati che si sfileranno dal quel 7, 29% del primo turno per votare la candidata del Pd. Del resto, al sua dichiarazione qualcosa ha già smosso, dal momento che ha spinto Dmitrij Palagi, candidato della sinistra radicale (Rifondazione, Potere al Popolo, Firenze Possibile) a sottolineare la difficoltà di votare per un candidato sostenuto da Saccardi …. sì, ma a tiolo personale, ribattono dal centrosinistra. Italia Viva non dà indicazioni. E al momento, neppure Sinistra Progetto Comune, la sigla d’insieme di Palagi. I voti che ballano sulla carta, ricordiamolo, sono il 5,45% , che tuttavia potrebbero, viste le contingenze, essere molti meno.

Cecilia Del Re. Le cose in questo caso sono più complicate. Ex assessore all’urbanistica della giunta Renzi, messa alla porta in modo quantomeno discutibile, era la competitor naturale di Funaro nel momento in cui si fosse andati alle primarie. Messa fuori da tutti i giochi, ha deciso l’uscita dal Pd e la creazione della civica, Firenze Democratica. Una sorta di tradimento secondo molti del Pd, una reazione giusta secondo altri, che, pur nel momento vivace, non ha portato tuttavia grosse conseguenze all”ammiraglia. Ed ora, Del Re, dopo aver rifiutato le proposte di Saccardi (che aveva parlato di primarie, appunto) si trova nella scomoda posizione di rilanciare proposte a un Pd indispettito (e un po’ vendicativo) che non risponde. I voti di cui dispone? Al primo turno, 6, 21%. Voti di area, che quasi sicuramente andranno verso Funaro. Anche se quest’ultima, alla proposta di accordo su sette punti (fra cui una quasi totale sconfessione di provvedimenti sotto cui la stessa Del Re ha messo la firma, dal Poc agli studentati alla vendita di immobili pubblici), ha risposto avvallando un’altra proposta, scaturita da un suo seguace, che riguarda in altra formulazione, quel Polo dell’innovazione della tecnologia cui l’ex assessora tiene tantissimo. Si tratta della proposta di Marco Tognetti , il cosiddetto parco dell’innovazione. Da sistemarsi’ nella Piana fiorentina, dove stanno finendo gran parte dei nuovi progetti a vocazione economica e del sapere (ma ci sarebbe anche un Parco, da quelle parti…) , un centro di innovazione e collaborazione interuniversitario e aziendale, anfiteatro e coworking compresi. Che somiglia molto al Polo che la stessa Del Re aveva lanciato in campagna elettorale.

Centrosinistra diviso su tutto ma unito alle urne contro il pericolo nero, come vorrebbe qualcuno? Chissà. Intanto, il candidato della Destra Eike Schmidt trova un nuovo apparentamento, FirenzeRibella di Francesca Marrazza. Nato dai comitati di Campo di Marte, obiettivo sicurezza e sviluppo, conta lo 0, 57% dei voti al primo turno e una leader esplosiva. Che non è poco. Del resto, Schmidt è fiducioso. Suo obiettivo, convincere quei circa 100mila fiorentini che non hanno più voglia di recarsi alle urne, di votare. Magari, se pioggia cadrà.

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