Pisa – Frenetica vigilia di ballottaggio per la poltrona di sindaco. A chiudere la lunga campagna elettorale arrivano i big da Salvini, questa sera invitato ad una cena sul Ponte di Mezzo patrocinata da comune e regione che ha innescato non poche polemiche, a Veltroni e Gentiloni che ieri pomeriggio sono saliti sul palco di piazza Vittorio Emanuele, insieme.
L‘ex segretario del PD è stato accolto al grido di: “Torna, torna”. Ripetuto più volte durante il comizio. Veltroni ha mandato un segnale preciso che vale per Pisa quanto per l’Italia: “Giriamo pagina”. La ricerca di una svolta e di un nuovo percorso è confermata anche dall’ex premier Gentiloni: “Abbiamo iniziato a ricucire il PD”.
Intanto, ultime ore per convincere gli indecisi a schierarsi per il centrodestra di Michele Conti o per il centrosinistra di Andrea Serfogli. Al primo turno terminato lo scrutinio delle 86 sezioni il blocco composto da Lega, Forza Italia, Noi adesso Pisa – Fdi si è assestato al 33,4% contro il 32,3 per cento della compagine che riunisce Pd, In lista per Pisa, Riformisti, Con Danti per Pisa.
Numeri alla mano il risultato finale è aperto, i due contendenti sono separati da poco meno di 500 voti.
È di fatto un testa a testa serrato e imprevedibile. Per recuperare il gap Serfogli, con una lunga esperienza da assessore, ha scelto di allargare la coalizione imparentandosi con due candidati esclusi: Antonio Veronese e Maria Chiara Zippel. Entrambi espressione di liste civiche: Veronese è andato sopra al 6%, e la Zippel (appoggiata da una sfilza interminabile di sigle) si è fermata al 1,7%.
In campo nel tentativo di arginare la vittoria della destra è sceso con un appello agli elettori anche l’ex deputato Paolo Fontanelli, oggi tra le fila di Articolo 1: “Penso che sia necessario fare tutto il possibile per sventare il rischio di una amministrazione governata dalla destra leghista”. Sul fronte opposto non c’è stato l’affrancamento di Conti con la lista Pisa nel Cuore (2476 preferenze), ma il candidato Raffaele Latrofa ha pubblicamente dato l’indicazione di sostenere l’ex rivale.
Nelle passate amministrative il PD superava il 38% (oggi è al 23,6) e il candidato della coalizione di centrosinistra Marco Filippeschi era rieletto al primo turno con il 53,51% . Da segnalare che allora, sono passati cinque anni ma pare un secolo fa, la Lega Nord prendeva 125 voti, un misero ed insignificante 0,35% e nel centrodestra a fare la voce grossa era il PdL a trazione berlusconiana, con il 10,72 e tre consiglieri. Ai giorni nostri lungo le rive dell’Arno la musica è cambiata e la Lega è il primo partito (24,7% dei consensi), raccogliendo poco meno di 10mila voti e svuotando gli schieramenti politici avversi (compresi i pentastellati).
Nel 2017 la città di Pisa nella classifica vivibilità della qualità della vita scendeva di 16 posizioni, attestandosi al 46esimo posto. Non si respira una bella aria nella casa di Galileo, con ripetuti episodi di violenza saliti alla cronaca nazionale in queste ore: un carabiniere colpito al volto da un ambulante senegalese e il proprietario di un locale pestato a sangue da una banda di criminali magrebini. Non verrà giù la Torre governata nella prima repubblica per anni dal duopolio DC-PSI. Tuttavia lunedì mattina un terremoto potrebbe avere come epicentro Palazzo Gambacorti, sconquassando la sinistra e la sua storia recente, in una città di movimento durante il ’68, di contestazione – prima con potere operaio poi con lotta continua – e di fedeltà granitica agli ideali del PCI e dei suoi eredi. L’anima di una città potrebbe, forse, cambiare.