Balducci vende il marchio alla marchigiana Asso

Firenze – La Balducci vende il suo marchio storico alla società marchigiana Asso e la Regione si arrabbia: non ha contrattato la continuità produttiva. Il disappunto è espresso in un comunicato emesso al termine della riunione sulla Balducci di Pieve a Nievole (Pt) svoltasi oggi a Palazzo Strozzi Sacrati e cui hanno partecipato i rappresentanti dei lavoratori, i sindacati, i vertici aziendali e il sindaco di Pieve a Nievole

“La Regione Toscana ha espresso ai vertici della Balducci il forte disappunto per la decisione dell’azienda di vendere il marchio storico senza garantire una continuità produttiva. – è scritto nella nota –  Nel prendere atto di questa scelta e delle pesanti ricadute sociali che comporta, ha poi invitato formalmente l’azienda stessa a erogare rapidamente le spettanze dovute ai lavoratori”.

Secondo il Consigliere del Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi Gianfranco Simoncini, l’azienda “si è mossa in una direzione diametralmente opposta a quella necessaria per poter mantenere in attività lo stabilimento e di salvaguardare l’occupazione e rispetto a quanto richiesto unitariamente dalle istituzioni”.

Nel corso della riunione – spiega il comunicato – sono stati evidenziati gli sforzi compiuti dalla Regione per individuare una soluzione diversa alla crisi produttiva per la quale erano stati messi in mobilità i 45 dipendenti della storica azienda pistoiese di calzature per bambini. La Regione, anche attraverso l’ufficio attrazione investimenti, si era attivata per poter individuare una soluzione alternativa, con la quale si potesse mantenere il sito produttivo sul territorio e garantire i posti di lavoro.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Volley rosa: la Del Bene Scandicci conferma anche la Merlo

Volley rosa: la Del Bene Scandicci conferma anche la Merlo

Firenze – Procede a ritmo sostenuto il lavoro per il varo

Succ.
Meeting Ue, Visco: preoccupazioni sulle banche esagerate

Meeting Ue, Visco: preoccupazioni sulle banche esagerate

Firenze –  “Nel caso delle banche italiane, ci sono buone ragioni

You May Also Like
Total
0
Condividi